venerdì 31 dicembre 2010

Chissà se Silvestro le mangerebbe?

Ingredienti: una confezione di vongole con guscio sotto vuoto, che sulla scatola c'è scritto "per quattro porzioni", ma probabilmente il loro target sono lillipuziani inappetenti; un paio di zucchine e le tagliatelle fatte con la sfoglia avanzata dalle lasagne di natale. L'olio e gli spicchi d'aglio, frequentatori abituali delle mie padelle, stavano rischiando di essere dimenticati, ma è festa, non bisogna dimenticare nessuno.
Il resto viene quasi da sè: si affettano le zucchine e si fanno saltare nell'olio in cui ha soffritto l'aglio (soffriggerlo senza farlo soffrire: è raccomandata la fiamma bassa), si accantonano le zucchine e nella padella già calda e unta si gettano le vongole. In parallelo s'è provveduto a lessare la pasta, per quella manciata di secondi che richiede quella fresca, la si scola e la si butta nella padella delle vongole, riunite alle zucchine.

A margine: ho usato le vongole sotto vuoto perchè le ho viste al supermercato e mi hanno fatto gola. Sono buone, ma non credo che ripeterò l'esperienza: ci sono troppi gusci rotti, che finiscono immancabilmente sotto i denti, ed è una cosa che odio. Quelle in barattolo e quelle surgelate sono abbastanza scadenti, toccherà di usare quelle fresche.

Generosamente annaffiato da un Traminer aromatico, questo è il mio viatico per il 2011, dopo aver raggiunto, finalmente, la capacità di preparare cose buone anche se sono l'unico commensale.

Ad un altro anno, da riempire con l'incomparabile privilegio di essere vivi. Cin.

giovedì 30 dicembre 2010

Clima mediterraneo

Nel cortile di casa



mercoledì 29 dicembre 2010

Wifi card rant

Qualche mese fa ho acquistato un nuovo pc portatile. Quello vecchio, poverino, cominciava ad essere terribilmente lento, e stava cominciando a perdere i pixel dello schermo.

Quello nuovo è decisamente una scheggia.
Ma ha un piccolo difetto: a volte perde il collegamento wifi. Ha cominciato sin dal primo giorno, e ho subito attribuito a lui e non all'unità centrale il problema perchè in quel momento avevo acceso tutti e due i portatili: il vecchio continuava a stare connesso senza problemi e il nuovo era scollegato.
Le prime volte, per risolvere il problema, spegnevo e riaccendevo la macchina. Non è una cosa che accade molto spesso, per cui non è un grave problema (se devo fare qualcosa per cui l'affidabilità del collegamento è più critica, uso il pc fisso, che è collegato via cavo), però preferisco lavorare di fino, piuttosto che a martellate, quindi la soluzione accendi/spegni non mi soddisfaceva.
Gira che ti rigira per i meandri di Windows, trovo la gestione dispositivi, tramite la quale si possono manipolare tutti i componenti del pc. Disattivando e riattivando la scheda wifi da lì (perdonate la cacofonia) il collegamento si ripristina.

La cosa divertente, in tutto ciò, sono i messaggi che io e il computer ci scambiamo nel mentre che faccio questo balletto.
Quando vado ad aprire la gestione della scheda c'è scritto, invariabilmente "La periferica funziona correttamente", al che io chioso "Sì, tua sorella". Poi quando agisco sul bottone per disattivarla lui mi avverte: "Attenzione: se si disabilita il dispositivo questo non funzionerà", al che ribatto "Ma tanto non funzionava neanche prima".

Quando si è molto soli si finisce per parlare agli oggetti.

lunedì 27 dicembre 2010

Voi siete qui

Quando si dice "una nottata limpida"



Fotografia di Paolo Nespoli, via Disinformatico

sabato 25 dicembre 2010

Natale, buono

Si prendono dei peperoni e si passano in padella, con il burro, per ammorbidirli




Si passano al passaverdure



Si lessano delle patate, si sbucciano, si passano e si mescolano ai peperoni




Si ripassa il tutto in padella, per eliminare l'umidità in eccesso




Si gratta il formaggio e lo si aggiunge al composto




Si prepara la pasta



(è tanta, ma dovevamo fare anche le lasagne)


Si tira la sfoglia (non fatevi ingannare dal mattarello, l'ho fatto con l'apposita macchinetta, allo spessore minimo disponibile), si tagliano dei quadrati, si mette una pallina di composto al centro e si ripiega a fare un triangolo.




Ed ecco fatti degli ottimi ravioli ai peperoni. Si servono conditi con burro e formaggio dopo una breve cottura in acqua salata.

(I miei familiari si scambiano sempre dei regali a Natale, io e Daniele abbiamo ho fatto questi)




giovedì 23 dicembre 2010

Dreaming

Ho incontrato la donna nei miei sogni.
Letteralmente. Non è un discorso metaforico (a parte il fatto che i sogni sono metaforici per definizione): ho proprio sognato una donna.
Non ricordo nulla del suo aspetto, ma so che insieme a lei stavo benissimo. Non ricordo neanche molto bene che cosa stessimo facendo (in realtà comincio proprio a non ricordare più che cosa si possa fare con una donna), tranne che nel momento conclusivo, appena prima di svegliarmi: lei mi ha chiesto che cosa volessi fare, io le ho proposto di giocare, lei ha acconsentito ma ha aggiunto: "Però dopo usciamo a fare le spese".

Nei sogni non ci sono effettivamente altre persone; se queste compaiono, costituiscono solo una rappresentazione, una sostanziazione, di un pensiero presente nella nostra testa. Il che significa che una parte di me ha perfettamente capito che la vita vera è fuori, e che è arrivato il momento di uscire dalla scatola. Resta solo di farlo capire alle altre parti.

martedì 21 dicembre 2010

Segni dei tempi

Lavoro a casa. Non in via esclusiva, ma comunque preponderante. Ne deriva che esco assai poco, vista anche la stagione ingrata. Confesso che mi capita di passare intere giornate senza neppure togliermi il pigiama.

Però quando esco mi guardo attorno, per naturale curiosità, e ho notato alcune calzature indossate dalle ragazze, simili più o meno a queste


Devono essere abbastanza di moda, e la cosa mi porta a ben sperare per il futuro: sono bruttarelline, ma sembrano proprio morbide e calde. Hai visto mai che anche la moda cominci a privilegiare la funzione sull'apparenza?

domenica 19 dicembre 2010

Riciclo

Il bello di avere cancellato un blog è che puoi ripubblicare vecchi post.
Oddio, si potrebbe fare lo stesso: dubito che i pochi lettori si ricordino tutte le cose che ho scritto, e penso che nessuno si metterebbe a compulsare gli archivi alla ricerca di doppioni. Del resto anche i cantanti, spesso, se ne escono con qualche raccolta di vecchi successi, quindi mi sento pienamente giustificato.
In famiglia si chiamano "scaloppine alla siciliana", perchè introdotte da uno zio acquisito che da lì proviene (una siciliana doc, nel precedente blog, disse che effettivamente le ricordavano molto l'arrosto alla panormita, anche se con alcune varianti). La ricetta originale prevede l'utilizzo di fettine di vitello, io preferisco usare il filetto di maiale, tenero e saporito.
Dopo aver affettato la carne la si unge immergendola nell'olio, poi la si impana con un miscuglio di pangrattato, grana grattuggiato, prezzemolo e aglio (diciamo che le proporzioni sono, spannometricamente, due terzi di pane e un terzo di formaggio, prezzemolo e aglio a piacere, ma se si esagera un pochetto con l'aglio non è male). Si cuoce poi in padella, praticamente "a secco" e a fuoco lento. Lasciare intiepidire prima di mangiare: sono buonissime, se le si porta in tavola bollenti si rischia di far ustionare la bocca ai commensali.

I cantanti, nelle loro raccolte di "Greatest Hits", per invogliare all'acquisto anche i fan di vecchia data, inseriscono spesso qualche inedito, quindi eccovi il mio.

Capponi di magro. Divertente questa cosa di battezzare un piatto in assenza: il cappone, in questa ricetta, brilla proprio per la sua mancanza, un po' come gli "uccellini scappati".
Nella preparazione della precedente ricetta, può accadere che la panatura avanzi; se questo accade non c'è da disperarsi: si aggiunge dell'altro pane e formaggio (per diluire un po' l'aglio), un poco di buccia di limone grattuggiata e uova secondo il bisogno. Con questo ripieno si fanno delle palle, che vengono rivestite con foglie di bietola da coste, sbollentate in acqua salata per renderle malleabili. Si lega il tutto con del cotone da imbastiture (certo, ci sarebbe anche l'apposito spago da cucina, ma io ho il ricordo dei chilometri di cotone usati da mia nonna per preparare questo piatto, e preferisco fare così) e successivamente si lessa il tutto. Nei ristoranti fighetti vengono servite affettate e ripassate in padella con burro e formaggio, a casa mia ci si limitava a cospargerle d'olio.

Buon appetito.

sabato 18 dicembre 2010

venerdì 17 dicembre 2010

Neve

E' arrivata anche qui. E' poca, ma da queste parti è abbastanza rara, quindi è quasi un avvenimento. Durerà poco, purtroppo, ma bisogna sapersi accontentare.




giovedì 16 dicembre 2010

Una piccola regola

Se ti stai chiedendo se è sogno oppure realtà, stai sognando.

martedì 14 dicembre 2010

lunedì 13 dicembre 2010

Delusioni

Nella mia letterina a Santa Lucia, avevo chiesto che mi pulisse la casa, ma quando mi sono svegliato, questa mattina, era sporca come al solito, per cui mi sono dovuto arrangiare.
Probabilmente quest'anno non sono stato abbastanza buono.

domenica 12 dicembre 2010

Regata di Santa Lucia

Seconda prova dell'invernale 2010-2011.

Non avrebbe potuto essere più diversa dalla precedente: bel sole, cielo limpido, temperatura piacevole. E quasi totale assenza di vento.

Partenza prevista ore 12, partenza effettiva ore 14 e rotti, con un'Ora leggera leggera. Partenza tranquilla, le coperture ci inducono a scegliere la parte del campo che non avremmo privilegiato, ma il vento gira dalla nostra parte e ci ritroviamo secondi alla prima boa di bolina. Posizione che conserviamo anche dopo la poppa e l'ulteriore bolina, ma che perdiamo nel successivo lato di poppa per una sconsiderata scelta tattica (della quale, per altro, mi devo assumere la responsabilità: mica mi chiamo Bondi, io). Chiudiamo terzi di pochissimo, dietro alle ranocchie e alle ragazze di FunFollie. E va bene così.

sabato 11 dicembre 2010

La seconda viene meglio

Domani c'è la seconda regata del campionato invernale, quindi oggi s'è trattato di preparare la barca: far prendere aria alle vele, raccogliere l'acqua piovana che si insinua all'interno da un non ancora identificato pertugio, salire in testa d'albero a rimettere il segnavento perso durante la centomiglia.

Questa notte ho messo in carica le batterie della macchina fotografica, quindi stavolta l'uscita è stata più fruttuosa, dalla mattina...





... al tramonto





Ah, ovviamente, non poteva mancare la paperella

venerdì 10 dicembre 2010

A margine

Berlusconi ha dichiarato che "non farà mai nulla contro il Vaticano".
A parte il fatto che il personaggio è notoriamente inattendibile, e quindi le sue parole non sono mai da prendere troppo sul serio, rivolgersi in questo modo a un'autorità esterna, che già di suo non perde occasione per ingerirsi negli affari del nostro Stato, equivale a firmargli una delega in bianco.
Tanto varrebbe consegnare ufficialmente a loro tutto il potere. Ci pensi, signor presidente del consiglio: avrebbe un sacco di tempo libero in più per dedicarsi ai suoi festini.

Contrattempi

La prima giornata di sole dopo un'infinità di giorni freddi, bui e umidicci.
Il cielo splende limpido, i colori scintillano. Decido di portare con me la macchina fotografica mentre vado a fare la spesa, per avere qualche immagine di questo splendore da guardare quando il clima si farà nuovamente inclemente.
Ma ovviamente la batteria è scarica.

giovedì 9 dicembre 2010

Regali

Se per il tuo compleanno ti regalano una torta alle prugne, stanno cercando di dirti qualcosa?

mercoledì 8 dicembre 2010

Harry Potter, o della probabile censura

Nuovo film sul maghetto, visto nonostante la delusione di quello precedente perchè non è bello lasciare le cose a metà e anche perchè il pargolo me ne ha parlato bene (e così è anche riuscito a vederselo due volte).
Meglio, decisamente meglio del sesto. Il libro è rispettato abbastanza fedelmente, qualche piccola omissione ma almeno hanno evitato quasi del tutto le scene inventate di sana pianta. Mi è piaciuta la scelta di raccontare la favola dei tre fratelli sceneggiandola con un cartone animato, il ballo tra Hermione e Harry nel libro non c'è, ma ha reso abbastanza bene l'idea di due persone che cercano di farsi coraggio a vicenda per superare l'abbandono del terzo amico.

Però nel libro Grindelwald non rivela a Voldemort la possibile ubicazione della bacchetta di sambuco, e questo non è un dettaglio di poco conto. Non per quanto riguarda la storia in sè: il rifiuto dell'antico mago oscuro non ferma il nuovo, il duello tra Silente e Grindelwald era di pubblico dominio, Voldemort fa il collegamento in totale autonomia e senza grandi sforzi; la cosa è importante per il contorno, perchè è un comportamento inaspettato da parte del personaggio: ci si aspetterebbe appunto che il predecessore nel tentativo di conquista del mondo attraverso la magia oscura aiuti l'attuale pretendente, e invece questo non accade.
Il perchè di questo comportamento viene suggerito da Harry nel libro e da un'intervista dell'autrice rilasciata in seguito: Silente e Grindelwald erano stati innamorati e ques'ultimo voleva evitare che Voldemort violasse la tomba del primo.

Modificare questo particolare nel passaggio dal libro al film, più che una semplificazione narrativa, sembra essere un tentativo di nascondere lo scandalo, una piccola censura benpensante. Suvvia, è un film per ragazzi: possiamo far vedere sangue e violenza, ma non suggerire che uno dei comprimari sia un pervertito.

martedì 7 dicembre 2010

Genetliaco

Tanti auguri a me,
tanti auguri a me.

venerdì 3 dicembre 2010

Sistemi di riferimento

Pare che l'attuale premier abbia affermato che "nessuno è alla sua altezza".
Effettivamente, partendo da terra, è il primo che si incontra.

giovedì 2 dicembre 2010

mercoledì 1 dicembre 2010

Questione di stile

Un rutto da champagne è incredibilmente più raffinato di uno da coca-cola

lunedì 29 novembre 2010

Natale sul golfo

Prima prova del campionato invernale 2010-2011.
Per quanto riguarda il natale siamo fuori strada, ma invernale lo è stata davvero.
Per tutti gli equipaggi è durata pochissimo: il comitato di regata ha interrotto la prima prova e ha deciso di non cominciare neppure la seconda, perchè le condizioni meteo erano proibitive; per noi è durata circa quaranta secondi: tanto è bastato perchè una raffica, appena dopo una virata, facesse sdraiare la barca e la tenesse giù nonostante tutte le vele in bando. Daniele, che si trovava ancora sottovento, è scivolato fuori bordo, facendosi uno spiacevole bagno fuori stagione.
E' riuscito a stare aggrappato alla barca, lo abbiamo preso e ritirato a bordo nel giro di qualche minuto e poi, visto che il vento andava da quella parte, siamo andati ad attraccare a Salò.
A consuntivo solo un grosso spavento. Ma ne avremmo fatto volentieri tutti a meno.

mercoledì 24 novembre 2010

Umorismo d'elite (parte seconda)


Da xkcd (Guest strip by Bill Amend)
(Anche quella sulla gravità non è male. Un po' cattiva, ma non male)

martedì 23 novembre 2010

Umorismo d'elite


Trovata in rete, qui. Io ho riso tantissimo.

domenica 21 novembre 2010

Rope's rant

Andare in barca è un'attività pericolosa. Meno del paracadutismo o dell'arrampicata libera, probabilmente, ma espone comunque ad una certa serie di rischi.
E' anche un'attività piuttosto antica, per cui questi rischi sono abbastanza conosciuti e catalogati, e le contromisure da applicare sono normate da appositi regolamenti.
Le categorie di rischio, grosso modo, possono essere così riassunte:
  • Perdersi: per noi lacustri è un'eventualità abbastanza remota, in mare la cosa è già molto meno improbabile, per cui è necessario avere a bordo carte nautiche, bussola, gps, binocolo e alcuni attrezzi che permettano di essere più facilmente individuati da chi stesse eventualmente cercando l'unità dispersa, come fuochi di segnalazione, razzi luminosi fino al segnalatore di posizione satellitare.
  • Scontrarsi con qualcuno, particolarmente in caso di buio o di visibilità limitata, quindi necesità di luci di via (l'equivalente delle luci di posizione delle macchine) e segnalatori acustici (corno da nebbia, fischietti).
  • Affondare, il rischio più ovvio, per il quale è prescritta la presenza di attrezzi atti a turare falle di lieve entità e la presenza di sistemi di galleggiamento di emergenza che consentano ai naufraghi di attendere in relativa sicurezza l'arrivo dei soccorsi, dal "giubbotto", più correttamente definito cintura di salvataggio, alla zattera autogonfiabile. Nel caso si debba utilizzare quest'ultima, si consiglia vivamente di portarsi dietro gli strumenti di segnalazione visiva e sonora di cui s'è parlato più sopra.
  • Caduta fuori bordo, probabilmente il rischio più subdolo (e forse anche quello normato nel modo più insoddisfacente). Pare uno scherzo, ma cadere fuori dalla barca è tutt'altro che difficile, e può avere conseguenze tragiche. Abbastanza ovvio pensare al caso del navigatore solitario, ma anche nel caso della presenza dell'equipaggio le cose possono volgere al peggio: tornare indietro a prendere l'uomo in mare è difficile, perderlo di vista e non riuscire più a ritrovarlo in mezzo alle onde è invece assai facile.
    L'unico strumento veramente efficace per limitare questo rischio (life line e relative imbragature) non è obbligatorio, l'unica dotazione prevista è il "salvagente anulare con cima".

Ecco: parliamo un pochino di questi due oggetti. Il "salvagente anulare" è una ciambella, abbastanza simile a quella che usano i bambini per fare il bagno quando non hanno ancora imparato a nuotare, tranne che per l'essere sprovvista della testa di papera e dell'essere costruita in plastica rigida, per non correre il rischio di sgonfiarsi. Quando qualcuno casca in acqua bisogna avere la prontezza di riflessi necessaria per lanciargli vicino il salvagente; vicino ma non troppo, che se quell'affare lo piglia in testa si rendono superflue tutte le successive manovre.
E' abbastanza intuitivo che il salvagente, in quella situazione, è "necessario ma non sufficiente" all'effettivo recupero del bagnante involontario: se non c'è qualcosa che lo lega alla barca resta il problema dell'effettivo recupero del naufrago, ed è qui che entra in gioco la "cima", una corda (ma fa più figo chiamarla sagola) che collega salvagente e barca. Per ragioni piuttosto ovvie, tale sagola deve essere galleggiante (migliori possibilità per il naufrago di afferrarla, se non riesce ad arrivare al salvagente, e maggiori possibilità di non restare impigliata nell'elica del natante) ed è un oggetto estremamente infido e dispettoso. Pressochè impossibile da addugliare, se lasciata minimamente libera si annoda su sè stessa in garbugli inestricabili, quasi fosse dotata di vita propria, rendendosi in breve completamente inutilizzabile.

Se non avete un avvolgisagole il mio consiglio è di considerare attentamente quanto tenete alla persona che è caduta in acqua. Se non vi è molto cara è meglio che la lasciate lì dov'è, piuttosto che avere a che fare con la cima galleggiante.

venerdì 19 novembre 2010

Emozioni

Io, ai personaggi di fantasia, mi affeziono. Ai protagonisti dei libri che leggo, dei film che vedo, o delle strisce a fumetti che seguo.
E' abbastanza ovvio che più è lunga la "frequentazione" maggiore diventa l'investimento emotivo, per cui le sorti degli "eroi" di un fumetto che leggo dal lontano 2005 mi stiano abbastanza a cuore.
Però non dimentico che non sono persone reali: quando succede che la coppia storica della vicenda "scoppia" so che non c'è dietro il destino o la sfiga, ma solo una decisione dell'autore, quindi il sentimento che provo non è tristezza ma una solenne incazzatura.

giovedì 18 novembre 2010

Ce l'hanno con me

Sono evidentemente vittima di un complotto.
Ogni volta che arriva il momento di cambiare il sacchetto dell'aspirapolvere, il modello non è più in produzione ed è assolutamente introvabile.

lunedì 15 novembre 2010

Casalingo

Che uno non dice che scrive un post per invidia di quello scritto da un'amica di penna (sia pure elettronica). Può dire che ne ha tratto spunto, ispirazione, magari sprone se in vena di parole desuete, ma invidia no, non si fa.
Anche perchè, personalmente, non pratico molto la cucina degli avanzi. Principalmente evito di produrne, ma devo ammettere che, vivendo da solo, parto avvantaggiato: di solito so abbastanza esattamente quanto posso, o voglio, mangiare, per cui mi regolo di conseguenza. In realtà non è proprio così facile: quando ho fame ho sempre l'impressione di avere MOLTA fame e quindi sarei portato a preparare quintali di vettovaglie, ma con il tempo si impara a conoscersi anche sotto questo aspetto, e a fare la tara ai propri desideri.
Ovviamente capita anche di trovarsi in situazioni differenti. Tipo dover preparare una pizzata in trasferta per un gruppo di amici (con l'occasione di poter sperimentare un forno elettrico professionale e valutare così la differenza con il mio caro forno a legna: è proprio una cosa diversa, la pizza non viene cattiva ma la consistenza della pasta è nettamente differente). Non si sa esattamente quante persone ci saranno, nè quanto sono capienti i loro stomaci, d'altra parte non si può rischiare di finire le materie prime prima di aver soddisfatto tutti gli appetiti, per cui è pressochè necessario abbondare con le quantità.
Ritrovandomi alla fine con un po' di affettati, alcune verdure e un buon litro di salsa di pomodoro ho deciso di fare il ragù. Già che c'ero ho pensato di fare le cose in grande, così ho comperato dell'altra carne e alcune salsicce. Troppo in grande, visto che mi sono accorto di non avere una pentola abbastanza capiente per contenere il tutto, per cui ho dirottato parte del macinato nella preparazione degli hamburgher per il pranzo (naturalmente la macinazione l'ho fatta io).
(Ah: a proposito di hamburgher: recentemente, in un momento di follia e di momentanea carenza di alternative percorribili, io e il pargolo siamo andati a mangiarcene uno da Mc Donald. Sono ideologicamente contrario a quel tipo di ristorazione e sono quasi contento di poter dire che, da un punto di vista strettamente organolettico, sono proprio cattivi. Perchè io mi aspettavo di trovare qualcosa di dieteticamente scorretto, sovraccarico di grassi saturi, servito da impiegati al limite dello schiavismo e contraddistinto da un gusto eccessivo, magari artificiale e stereotipato, ma sontuoso; e invece non hanno assolutamente nessun sapore, oltre ad essere dieteticamente scorretti eccetera).
Vabbè, saluto, che mi sono anche accorto di non avere contenitori per surgelare il ragù e devo uscire a comprarli. Così prendo anche un po' di pane, che quando il pargolo torna da scuola posso fargli trovare un buon pasto.

giovedì 11 novembre 2010

Another wise shopping decision



I mille euro meglio spesi della mia vita.

lunedì 8 novembre 2010

Earring

Mi hanno raccontato che la ragione per la quale la gente di mare, anticamente, portava un'orecchino d'oro era essenzialmente pratica.
Era una vita pericolosa, le probabilità di una fine drammatica a grande distanza dai propri cari erano elevate e il monile serviva a coprire le spese del funerale: chi avesse ritrovato il corpo poteva tenersi il gioiello a patto di dare degna sepoltura al cadavere, altrimenti la sfortuna si sarebbe accanita contro di lui.

Nel mio caso le esequie sarebbero particolarmente dimesse.

sabato 6 novembre 2010

Olive

E' di nuovo il momento di raccoglierle.
In realtà abbiamo cominciato quindici giorni fa, ma solo oggi ho capito perchè questo lavoro non mi piace per nulla: è un impegno nel quale il raggiungimento del risultato è asintotico.

giovedì 4 novembre 2010

All'insù

Quando si affronta un problema, informaticamente parlando, esistono due diversi tipi di approccio, almeno così dicono i sacri testi: Top-Down e Bottom-Up (ovviamente i sacri testi sono scritti in lingua inglese).
Traducendo, non solo dal punto di vista linguistico, i due termini, si ottiene qualcosa del genere: nel primo caso partire dall'alto, farsi una visione complessiva del problema, suddividerlo in elementi, prendere ciascuno di questi elementi, analizzarlo, risuddividerlo, fino ad arrivare ai "mattoncini elementari", che vengono effettivamente sviluppati per poi essere assemblati; nel secondo si ragiona più o meno al contrario, si cerca di capire quali mattoni si hanno a disposizione e si prova a metterli assieme per ottenere il risultato atteso.
Ovviamente questa è la teoria: nella pratica questi due approcci si mescolano ampiamente. Del resto non ha senso suddividere un problema in mattoni se non si ha la minima idea delle caratteristiche che tali mattoni possono avere, mentre è assai più facile costruire e assemblare mattoni se si ha una certa idea di quale debba essere la forma dell'edificio nel suo complesso.

Personalmente prediligo un mix decisamente spostato verso il secondo metodo: mi permette di cominciare subito a lavorare concretamente, ad avere a disposizione piccoli oggetti da incastrare, con una struttura che prende forma lentamente ma comincia ad esistere da subito, prodotto tangibile della fatica e dell'impegno profuso.

Che può anche sembrare paradossale l'utilizzo di termini come "concretamente", "esistere" e "tangibile" per entità virtuali prodotte da piccole differenze di potenziale in minuscoli circuiti e che spariscono nel momento in cui si spegne il computer; ma vi posso assicurare che non lo è affatto.

sabato 18 settembre 2010

Geekness

Quando riesco a risolvere un problema tramite una funzione ricorsiva, provo un sottile brivido di piacere.

lunedì 13 settembre 2010

Un piacere per gli occhi (bis)

La vela è uno sport magnifico: spesso permette di ammirare paesaggi meravigliosi.


(la regata in sè è stata un mezzo disastro, ma siamo arrivati in fondo)

martedì 7 settembre 2010

Un piacere per gli occhi

La vela è uno sport magnifico: spesso permette di ammirare paesaggi meravigliosi.


domenica 5 settembre 2010

44° trofeo Gorla (50 Miglia del Garda)

Usciamo dal porto con qualche perplessità: ieri il vento non si è fatto vedere e anche questa mattina il lago ci accoglie placido e tranquillo. Troppo placido e tranquillo, per la precisione. Mentre ci avviciniamo alla linea di partenza il vento invece arriva, sostenuto senza essere eccessivo, 15 nodi di sincero peler.
Partiamo, nel solito trambusto di queste affollatissime regate, attenti più ad evitare contatti che a partire nelle prime posizioni: su oltre otto ore di regata, qualche secondo in più o in meno alla partenza non fanno poi questa gran differenza. Boliniamo abbastanza tranquillamente e sento che la barca non ha difficoltà a reggere tutta la tela con questo vento, le orzate occasionali, dovute a qualche raffica più intensa, sono decisamente controllabili.
Cominciano gli incroci con le altre barche. Qualche volta ci passano davanti, altre dietro, mai molto distanti. Stiamo tenendo il passo dei migliori, e ciò ci rallegra.
Ci avviciniamo al momento critico della regata, quando il vento del mattino si spegne e arriva quello del pomeriggio. E' un fenomeno ciclico e conosciuto nelle sue linee generali, ma non c'è mai modo di sapere in anticipo come andrà quella specifica volta, non c'è per altro nessuna garanzia che il vento del pomeriggio arrivi, per dirla tutta.
Oggi siamo stati fortunati: l'interregno è durato solo pochi minuti, giusto il tempo di mangiare un panino, e poi la barca è ripartita. Oltre tutto le barche della nostra classe erano praticamente tutte vicine, quindi nessuno si è trovato particolarmente avvantaggiato o svantaggiato, ma le posizioni sono rimaste pressochè invariate.
Issiamo spi e ci dirigiamo verso la boa di Torbole. Dalle nostre spalle sopraggiungono i soliti garudiani, che nelle andature portanti ci sopravanzano sempre. Anche questa volta riescono a mettere la loro prua davanti alla nostra, ma un'arguta redistribuzione dei pesi sulla nostra barca ci consente di recuperare velocità.
Ammainiamo, giriamo la boa, e ci disponiamo per il lunghissimo ritorno, ancora di bolina.
Una bellissima bolina, per altro: grande passo e ottimo angolo, superiamo e poi distanziamo quasi tutti gli avversari (che i fratellazzi sono oltre la nostra portata e non ci possiamo fare niente).
Chiudiamo secondi. Meritatamente secondi dopo esattamente otto ore di regata. Mostruosamente stanchi ma altrettanto felici.

domenica 22 agosto 2010

Cosa mi piace della rete

Il fatto che qualcuno scriva una canzone

Che ci sia poi qualcuno che la canti
<a href="http://olganunes.bandcamp.com/album/we-love-xkcd">Boomdeyada by Olga Nunes</a>

E che qualcun altro ne faccia il video

giovedì 12 agosto 2010

All Apologies

Non sono capace di avere a che fare con gli altri.
In particolare, a mantenere i contatti con la gente a cui voglio bene.
Riesco a restare in collegamento con le persone con le quali faccio qualcosa di concreto. La cosa in sè non è particolarmente importante, potrebbe essere un progetto lavorativo come un torneo di calcio balilla, ma è indispensabile che qualcosa ci sia, altrimenti lascio che tutti i rapporti si chiudano.
Non sono particolarmente contento di questo, ma so che è così. Quindi, se vi capita di non sentirmi, sappiate che non è perchè non vi penso o non vi consideri.

martedì 10 agosto 2010

Deformazioni mentali

Un certo Wayne Gould ebbe a dire che "il cruciverba è un test su quello che sai, il sudoku è un test su come pensi".
Credo sia vero, perlomeno per quanto mi riguarda: ho scritto un programma per risolverlo.




lunedì 21 giugno 2010

Memorial Pasqualin

E la chiamano estate...
Neanche il tempo di riposare dopo le prove del campionato italiano, e già si riparte per una nuova regata. Che non è facile come dirlo, perchè bisogna anche rimontare l'albero, operazione non particolarmente complessa ma che abbisogna di alcune cautele. Tipo verificare che la drizza genoa, armata per aiutare a rizzare l'albero, non faccia giri strani, perchè tentare di rimetterla a posto in corso d'opera può portare a rompere la leva dello strozzascotte; bisogna anche stare attenti alla posizione dell'arridatorio della sartia, perchè se è storto la tensione del cavo lo spezza; bisogna infine verificare che le nuove rotelle montate a base d'albero non siano troppo grandi, perchè potrebbero impedire il regolare scorrimento delle relative manovre una volta rimesso in verticale il palo. A fine giornata, dopo avere ripetuto per tre volte il tutto e aver sostituito tutte le cose rotte, può anche succedere di notare di aver dimenticato di mettere il segnavento, per cui vi vedreste costretti ad arrampicarvi fino in cima per rimediare all'errore.
Tutto questo per poi ritirarsi alla metà della prima prova, sabato, perchè il vento causato dal temporale rendeva la barca ingovernabile, e una orribile seconda prova con poco vento, onda sostenuta e pioggia battente. Domenica poi non siamo neppure saliti in barca, perchè il comitato di regata ha deciso (giustamente) che non ci fossero le condizioni per svolgere le prove in sicurezza.
Se non fosse che nella nostra classe c'è della gente molto simpatica, penso che comincerei seriamente a dedicarmi al gioco delle bocce.

mercoledì 16 giugno 2010

Nemesi

Prendo il treno con una certa frequenza. Il regionale, per risparmiare, e anche perchè il rapido (quello che una volta si chiamava rapido, adesso mi pare sia battezzato "Freccia argento") impiegherebbe solo dieci minuti in meno a fronte di una spesa tripla.
Sui regionali non c'è la possibilità di prenotare il posto, funziona un po' come sugli autobus: si acquista un biglietto e lo si oblitera (termine alquanto orrendo) prima di salire sul vagone. Dato che vado e torno in giornata di solito acquisto due biglietti prima di partire, dato che sono sbadato qualche volta mi capita di dimenticare di timbrare quello del ritorno.
E' quanto mi è successo settimana scorsa.
Le volte precedenti mi ero accorto quasi subito della dimenticanza e avevo provveduto ad autodenunciarmi al capotreno, evitando di pagare la multa, ma stavolta l'ho realizzato solo quando ho visto il controllore.
Qualche attimo di scoramento, poi faccio spallucce ed estraggo dalla tasca il biglietto non convalidato. Il controllore verifica i titoli di viaggio delle tre persone sedute vicino a me e poi se ne va, dimenticandosi di esaminare il mio.
A volte il fatto di passare inosservati aiuta.

Ah, a margine: no, non ho riutilizzato quel biglietto, l'ho dimenticato nella tasca dei pantaloni e il lavaggio l'ha reso inservibile.

martedì 15 giugno 2010

Nuove frontiere della pigrezza

Oggi ho comprato uno spazzolino da denti elettrico

lunedì 14 giugno 2010

Campionato Italiano FUN 2010

(sottotitolo: appunti disordinati di viaggio)

Tre giorni di sole, vento, vele e divertimenti. Anche quattro, per quelli che hanno trascinato il loro barchino dalle solite sponde fino a Rosignano Solvay.
Marina fin troppo di lusso per i miei standard: barche troppo grosse, negozi troppo raffinati, bagni troppo puliti. Intimidente, in un certo senso.
Prima giornata in mare piuttosto problematica: l'equipaggio è formato da gente brava, ma senza esperienza specifica sul Fun (a parte me, che però non sono bravo) e qualche simpatico disguido in manovra è ineluttabile (tipo ammainare la randa invece dello spi alla fine del primo lato di poppa). Il vento sostenuto, particolarmente nella terza prova, esaurisce anche le non abbondanti risorse fisiche dei marinai.
Secondo giorno decisamente migliore: la classifica resta più o meno quella (a parte un clamoroso decimo posto, propiziato dalla squalifica, a vario titolo, di quattro imbarcazioni), ma almeno riusciamo ad avere qualche confronto con gli avversari, qualche incrocio ravvicinato e un divertente duello di strambate.
Il terzo giorno comincia piuttosto bene, peccato che durante la prima prova riusciamo a rendere inutilizzabile il tailer (sospetto stiramento ad un braccio prima e confuso incidente durante l'ultima strambata prima dell'arrivo poi) e decidiamo così di rientrare in porto in anticipo.
Un'esperienza sostanzialmente positiva (a parte lo smontaggio dell'albero, episodio che preferirei passare sotto silenzio), ringrazio quindi Albe, Bubi e Pietro per aver accettati l'imbarco e Gof per aver reso possibile la trasferta.

domenica 6 giugno 2010

Per "par condicio"...

... anche un po' di begli anatroccoli




sabato 5 giugno 2010

Fiabe mendaci






Non ho mai capito come si possano definire brutti anatroccoli

giovedì 27 maggio 2010

Notturno

Avevo in mente di raccontare qualcosa, stasera. Era una cosa bella, magari un po' difficile da trasmettere, però con un senso profondo che ne giustificava lo sforzo.
Però parcheggiando la macchina mi sono trovato di fronte a questo spettacolo, e ho pensato che era anche meglio.



mercoledì 26 maggio 2010

Sondaggio

Volevo sapere se tra il gentile e affezionato pubblico di questo blog c'è qualcuno che usa il piumone, e il relativo copripiumone a sacco, per verificare se anche a voi succede che quest'ultimo, quando infilato in lavatrice, si fagociti immancabilmente il resto del bucato.

martedì 25 maggio 2010

Gentlemen's cup

Eh no, stavolta non vi racconto com'è andata.
Che se proprio vi interessava, ci potevate venire, imbarchi se ne trovano sempre.
E sono state anche due splendide giornate di sole. E abbiamo avuto anche qualche momento di intensa soddisfazione, quando abbiamo superato una barca al lasco con un'ardita manovra (che in realtà non aveva lo scopo di superarli, ma è andata alla grande lo stesso) e quando abbiamo sostituito la vela di prua durante il primo bordo di poppa della prova di domenica.
Vi sareste divertiti anche voi, ecco.

giovedì 20 maggio 2010

Scala mobile

Non intendo parlare del vecchio meccanismo che, in modo automatico, adeguava le retribuzioni secondo l'andamento dell'inflazione. Per altro è uno strumento così antico che con ogni probabilità è stato completamente dimenticato, rendendo questo disclaimer assolutamente inutile.
Vorrei, invece, attirare la vostra attenzione sulle scale mobili vere e proprie, quelle che servono a passare da un piano all'altro di un edificio senza necessità di sforzi muscolari. Sono abbastanza vecchie anche loro (il loro brevetto risale al 1892), ma, a differenza di quelle di cui abbiamo parlato all'inizio, sono ancora in uso. Potremmo anzi dire che la loro diffusione sia aumentata: per quanto io ricordi, in passato erano usate solo "in salita", mentre oggi è abbastanza frequente trovarne anche "in discesa". Recentemente si è affermata anche la variante a "tappeto mobile", più adatta al trasporto dei carrelli della spesa, anche questa quasi sempre installata in coppia, un lato per la salita e l'altro per la discesa.
Entrambe i modelli (a scala e a tappeto) sono generalmente corredati di un corrimano che si muove in sincrono.
O, meglio, dovrebbe muoversi in sincrono. In tutte le strutture da me utilizzate la velocità del corrimano era diversa da quella della scala-tappeto. La cosa in sè non sarebbe strana, è assai difficile che due cose possano muoversi alla stessa velocità (potremmo quasi dire che ciò sia impossibile, se utilizziamo un livello di tolleranza sufficientemente basso), ciò che è strano è che è sempre il corrimano ad essere il più veloce. Se fosse una cosa casuale dovremmo attenderci una distribuzione grossomodo equa tra gli impianti in cui è più veloce il corrimano e quelli in cui è più veloce la scala, dato che così non risulta, è assai probabile che la cosa non sia casuale, ma sia deliberatamente impostata.
Ecco: qualcuno saprebbe dire il perchè?

martedì 18 maggio 2010

Celtis australis

In italiano si chiama "bagolaro", o "romiglia".
Secondo wikipedia "può raggiungere i 25 m di altezza. Il tronco è abbastanza breve, robusto e caratterizzato (in età adulta) da possenti nervature, con rami primari di notevoli dimensioni, mentre quelli secondari tendono a essere penduli. La chioma è piuttosto densa, espansa, quasi perfettamente tondeggiante".
Quello che stava sul monte sopra a casa mia era esattamente così, un grande monumento vegetale. Stava, perchè settimana scorsa, in una notte di tregenda, è caduto nel giardino di casa.
(le foto sono quello che sono, era davvero troppo grande per riuscire a farlo entrare tutto in una inquadratura)

venerdì 14 maggio 2010

Essenziale e superfluo

Ero senza latte da tre giorni, ma sono andato al supermercato solo quando è terminata la birra.

martedì 11 maggio 2010

Buoni propositi

Il primo che viene a dirmi che l'acqua è una risorsa scarsa, lo mando a fare in culo.

lunedì 10 maggio 2010

Libero?

Questo non è il mio primo blog: fino a un anno e mezzo fa ne avevo uno su un'altra piattaforma. Non era un brutto posto, e la possibilità di vedere chi aveva fatto visita incentivava la socialità.

A un certo punto hanno cominciato a cancellare profili e blog, asserendo che pubblicavano immagini oscene.

Sia chiaro: quel posto è casa loro, possono tranquillamente decidere che cosa e chi può pubblicarlo, e visto che chi lo usa non sborsa un quattrino, chi è "bannato" non ha il minimo appiglio per protestare.

Io non pubblico immagini erotiche, e i miei testi non trattano praticamente mai di sesso, però mi dava fastidio l'idea che qualcuno potesse sindacare su quello che pubblicavo, per cui me ne sono andato.

"Loro", invece, hanno continuato imperterriti: giusto un paio di giorni fa hanno chiuso un profilo perchè usava come avatar questa immagine:

A questo punto gradirei che qualcuno mi definisse il concetto di "osceno"...

domenica 9 maggio 2010

Aggiornamenti

Il brasato non era un brasato canonico. Non so neppure se esista, un brasato canonico. Questo era costituito da un soffritto di aglio e cipolla, a cui è stato unito un misto di funghi surgelati comprato al supermercato e un pezzo di carne di seconda scelta, lasciando il tutto a meditare a fuoco lento per alcune ore.
E' servito al suo scopo: ha fatto risalire leggermente la temperatura della casa. Unito ad una generosa dose di polenta ha anche riscaldato un'improvvisata cena familare, con le sorelle venute al lago per ripitturare la loro parte di casa.
Ma questa stagione balorda ha pensato bene di proseguire. Non avendo altra carne da cuocere, oggi m'è toccato di riaccendere la stufa. Ed è il 9 di maggio, cazzo!

venerdì 7 maggio 2010

Oblique Strategies

Mi sono messo a cucinare un brasato.
Così per qualche ora ci sarà un fornello acceso, e forse la casa si scalderà un po'...

mercoledì 5 maggio 2010

Sono preoccupato

Spero smetta di piovere.
Proprio non saprei come far salire sul barchino la coppia di elefanti...

domenica 2 maggio 2010

Regata del 1° Maggio

Il programma prevedeva di trasferire la barca venerdì, per poi farsi in tranquillità i due giorni di regata, ma i programmi sono lì apposta per essere stravolti, per cui ci siamo ritrovati, sabato mattina, il pargolo ed io, a portare la barca dal porto di Toscolano al circolo di Brenzone.
Il lago di Garda è grande, quando la nebbia nasconde la sponda opposta sembra ancora più grande (qualcuno dice che è bello perchè sembra quasi un mare, ma a me non sembra gentile nei suoi confronti dire che è bello perchè qualche volta somiglia a qualcos'altro), il gps non ce l'abbiamo, però a destinazione arriviamo comunque. Espletiamo le ultime formalità dell'iscrizione e siamo pronti a partire.
Il cielo, soprattutto la nebbia persistente, non facevano sperare in un pomeriggio ventoso, ma l'aria è arrivata con generosità, e siamo riusciti a disputare due prove.
Disastrose, per altro.
Nella prima abbiamo perso una scotta dello spi, il quale, lasciato libero, ha pensato bene di avvoltolarsi allo strallo. Ora che abbiamo rimediato al disastro la boa di poppa era indietro di svariate decine di metri, e l'ultimo posto saldamente in mano nostra.
Nella seconda abbiamo sbagliato una lay line e abbiamo ritardato troppo un'ammainata di spi, fortunatamente tutte queste prodezze sono state annullate da un simpatico ocs in partenza (per i lettori non nauticamente smaliziati: significa che eravamo partiti troppo presto, in anticipo rispetto al segnale, e quindi automaticamente squalificati).
Non siamo riusciti a piazzarci all'ultimo posto solo perchè i ragazzi di Lestofunte hanno avuto problemi alle sartie volanti e non hanno completato nemmeno una prova.
Altre due prove sarebbero state previste per domenica, ma il vento non ha collaborato gran chè. Oddio: noi siamo usciti lo stesso, e abbiamo navigato per tre ore, a tutte le andature, senza che la barca si fermasse mai, per quanto ci riguardava il vento sarebbe stato sufficiente a far partire le regate, ma evidentemente il comitato era di avviso diverso.
Però lo ringraziamo di averci mandato a casa quando ha cominciato a piovere.

mercoledì 28 aprile 2010

Errata corrige

Quando si scrive capita di sbagliare, lo sanno tutti. Però, in questo caso, credo che sarebbe stato meglio buttare via il pezzo e rifarlo, piuttosto che farsi ridere dietro per i prossimi secoli.
Le incisioni sulla pietra hanno il vizio di essere longeve.


martedì 27 aprile 2010

Obsolescenza

Ogni volta che faccio le pulizie, uso una spugnetta nuova.
Di solito passa così tanto tempo che quella vecchia è irrimediabilmente incartapecorita.

domenica 25 aprile 2010

Regata del Piantù

Tradotto sarebbe "Regata della Grossa Pianta". La grossa pianta (grossa davvero, per abbracciarne il tronco occorrono almeno quattro persone) alla fine del lungolago di Maderno c'è ancora, ma da qualche anno l'arrivo della regata è stato spostato più a nord, perchè lì è un luogo di piatte epiche.

In realtà questa mattina la piatta epica era estesa a tutto il lago. Il peler, vento del mattino, doveva avere di meglio da fare e non si è fatto vedere: venti minuti dopo la partenza eravamo ancora appiccicati alla boa. Un paio d'ore di sofferenza, a correre dietro ai refoli, cercando di immaginare da che parte sarebbe potuta arrivare l'aria e come fare ad andarla a prendere e poi finalmente si comincia ad andare. A differenza di quanto successo nel "Bianchi", questa volta riusciamo a far andare in barchino quanto gli altri, e non arriviamo ultimi alla boa davanti al Forbisicle. A differenza di quanto successo nel "Bianchi" non facciamo una bolina strepitosa e tagliamo il traguardo (spostato alla boa di Bogliaco per evitare che il vento morente invalidasse gli sforzi di tutti) nella stessa posizione che avevamo alla boa di poppa, nonostante la barca davanti a noi abbia avuto la sua notevole dose di guai.

Ormai è una costante: riusciamo a fare bene solo un'andatura per regata. E' già qualcosa, in fondo.
Ah, dimenticavo: hanno vinto i soliti.

sabato 24 aprile 2010

Curiosità

Le cassiere del supermercato hanno il cartellino con il nome.
Ho sempre la fortissima tentazione di girarlo per vedere se c'è anche il prezzo.

venerdì 23 aprile 2010

Abbigliamento tecnico

Ogni sport ha il suo, ovviamente. Qualche volta giustificato, altre meno. Per dire: a pallone puoi tranquillamente giocare con una maglietta qualsiasi, mica hai bisogno di prenderne una "fatta apposta", mentre le scarpe apposite sono decisamente più utili.
Anche in barca è più o meno così: le scarpe sono abbastanza importanti (devono fare presa anche se c'è bagnato), e una comune scarpa da ginnastica non rende un servizio adeguato; per pantaloni, magliette, maglioni, eccetera, non vale la pena di imbarcarsi in spese eccessive, quello che c'è in un qualsiasi cassetto standard di casa và bene lo stesso; i guanti sono essenziali (a meno che voi non siate Buddy Melges, ma queste sono altre storie); ma la cosa assolutamente indispensabile è la cerata.
Per "cerata" si intende, genericamente, un capo d'abbigliamento impermeabile (il nome deriva dal trattamento utilizzato originariamente per renderlo tale: la tela veniva impregnata di cera). Ne esistono varie versioni, la più comune è costituita da due pezzi, pantaloni a salopette con sopra una giacca; quelle più care permettono il passaggio dell'umidità dall'interno verso l'esterno, quelle economiche, invece, sono completamente stagne, e dopo averle indossate per una giornata dentro si è bagnati quasi come se non la si fosse messa (ma l'umido del corpo è caldo di suo, le secchiate d'acqua che ti arrivano addosso invece no). Bisogna sempre portarla appresso: io l'ho lasciata a casa solo una volta, in pieno luglio, giudicandola superflua, e mi sono trovato in mezzo ad un'acquazzone storico.
Ha qualche lato negativo, ovviamente, almeno la mia. A parte la chiusura lampo principale, tutte le altre aperture possono essere regolate tramite una striscia di velcro; questo materiale è assai poco schizzinoso, e ha la tendenza ad aderire, oltre che alla sua controparte, a qualsiasi cosa trovi attorno, principalmente le controparti delle chiusure viciniori, e quando si tenta di indossarla il più delle volte ci si ritrova completamente annodati.
La cosa peggiore, però, è quando ci si trova nella necessità di fare pipì: la lampo della salopette si ferma piuttosto in alto, e dietro di essa c'è comunque uno strato di tela per fermare le gocce d'acqua che dovessero attraversarla. In queste condizioni riuscire a tirare fuori il pisello, particolarmente se non si è superdotati (e ricordiamo che il freddo tende a ridurre), è un'impresa improba.
Ma mi consolo, per le ragazze è anche peggio.

giovedì 22 aprile 2010

Come in un film

Io e le chiavi abbiamo un rapporto difficile. Ho l'insana tendenza a chiudere le porte lasciando dall'altra parte l'indispensabile oggetto atto ad aprirle. Ci sarà sicuramente un perchè profondo, un qualche trauma infantile sepolto, lo zampino di un subconscio dispettoso, ma non sono ancora riuscito a venirne a capo.
E così stamattina è successo di nuovo: sono uscito a comperare il latte e mi sono chiuso fuori.
Lo ammetto: abbattere la porta con un calcio ben assestato è stato alquanto spettacolare, ma adesso mi tocca di ripararla...

Lago




lunedì 19 aprile 2010

Match race

E' un modo diverso di fare vela: invece di partire tutti assieme e vedere chi arriva primo, la gara si svolge con tante piccole regate uno contro uno, chi vince più scontri arriva primo. Questo tipo di svolgimento della competizione ha, come effetto collaterale, di dare più enfasi al regolamento che alla conduzione della barca: per vincere è più importante "costringere" l'avversario a commettere un errore che essere in grado di far correre la barca più velocemente. Naturalmente occorre pure essere capaci di far fare alla propria barca quello che si vuole, e anche quella è un'abilità nautica non indifferente.
Tutto sommato non è un tipo di regata a cui parteciperei volentieri, quanto meno da timoniere, però è un bello spettacolo da guardare.
Specialmente se, con la scusa di fare fotografie, si riesce a scroccare un passaggio sul gommone dei giudici.