mercoledì 31 ottobre 2012

House's philosophy

Il dottore in questione dice che "tutti mentono".
Affermazione difficilmente contestabile: per farlo, bisognerebbe trovare qualcuno che, in vita sua, non abbia mai mentito e, sinceramente, credo sia impossibile. Però è anche un'affermazione piuttosto generica, non ci aiuta molto a capire il mondo e le altre persone: sì, succede che le persone mentano, ma sarebbe molto più interessante sapere, volta per volta, se quello che ci viene detto è vero o no.
Nella mia piccola esperienza, una regola quasi universalmente valida l'ho trovata: quando una donna dice di essere debole, inetta o incapace, sta mentendo. Anche a se stessa, a volte.

martedì 30 ottobre 2012

Metaforiche giravolte

Metaforicamente parlando, rigirare la frittata è operazione utile, ma rischia di irritare l'interlocutore.
Meno metaforicamente, è cosa utile e assai scenografica, se fatta di slancio. Quando ero più avvezzo ai fornelli lo facevo in scioltezza, ma ormai mi tocca avvalermi dell'ausilio di un coperchio.
Riprendendo la metafora, ciò vorrebbe dire che devo essere molto meno diabolico.
I conti tornano.

domenica 28 ottobre 2012

Ammutinamento

Oggi avrebbe dovuto esserci la regata di recupero del trofeo Bianchi.
"Dovrebbe"... Credo ci sarà. Quelli che non ci saranno saremo noi. Visto il meteo, ci siamo fatti un esame di coscienza e abbiamo deciso di autoammutinarci.
E a giudicare dall'acqua che sta venendo giù, non è stata una cattiva idea :)

Edit: Credevamo di essere stati furbi, e invece la regata è stata annullata.

sabato 27 ottobre 2012

Daylight saving time

Domani, in quanto ultima domenica di ottobre, si torna all'ora solare. A voler fare i pignoli, si torna all'ora legale "standard" (UTC + 1) dopo aver usato nei mesi caldi l'ora legale estiva (UTC + 2). Porre l'accento sul fatto che si consideri "standard" una cosa che è usata per cinque mesi all'anno, e "non standard" quella usata per sette, sarebbe un'altra pignoleria, e mi parrebbe alquanto esagerato.
Nella prossima notte ci verrà restituita l'ora che ci è stata tolta l'ultima domenica di marzo.
Ecco, forse è un pensiero sciocco, però credo che sarebbe bello usare quest'ora regalata facendo qualcosa di bello e di folle, di allegro e di vivo. Qualche idea in merito l'avrei, purtroppo so che non sarà possibile.

venerdì 26 ottobre 2012

A scanso di equivoci

Sono disponibile.
Non vuol dire che sono a disposizione.

giovedì 25 ottobre 2012

Trace Bundy

Avere un figlio è un'ottima cosa, da più punti di vista. In particolare ha la capacità di riuscire a tirarmi fuori dal guscio, a farmi mantenere i contatti con il resto del mondo. Non che lo faccia esclusivamente per altruismo: ad esempio, ieri sera, aveva bisogno di uno chauffeur per andare, assieme ad un amico, ad ascoltare un tizio che suona la chitarra, in quel di Traversetolo, in provincia di Parma.
Ci siamo andati, e devo dire che in un certo senso mi sono sentito imbrogliato: Trace Bundy non è uno che "suona" la chitarra. Meglio: non la suona nel modo in cui siamo abituati a sentirla suonare. Lui la accarezza, la percuote, la solletica, la scuote, la gratta, la pizzica, la titilla, ci gioca in tutti i modi possibili e immaginabili per estrarne suoni e armonie sorprendenti, per il divertimento del pubblico ma soprattutto suo. E racconta, in un inglese calmo e comprensibilissimo, come gli nascono i pezzi, quali tecniche usa, quali emozioni prova e cerca di trasmettere con la sua musica.
Non è un "concerto". E' un recital, un cabaret, uno spettacolo di mimo e di danza. Ascoltarlo non è sufficiente, bisogna vederlo all'opera, meglio se dal vivo. Era la sua prima data in Italia, spero ritorni presto, e nel caso, vi invito caldamente ad andarlo a trovare. Cercate i suoi pezzi in rete, intanto vi metto qui qualche fotografia scattata ieri sera.





mercoledì 24 ottobre 2012

Dell'inutilità dei discorsi

Alle donne, a certe donne almeno, non bisognerebbe chiedere "mi vuoi?", "mi ami?", "ti piaccio?". Bisognerebbe semplicemente andare lì, riempirle di baci e rapirle.

martedì 23 ottobre 2012

Proverbi

Dicono, dico, sarà capitato anche a te di dire, che "chi ha pane non ha denti".
Ma mi è venuto di pensare che non ha denti perché li ha consumati mangiando giusto quel pane.

Pensieri circolari

A volte penso che tu sia stata gentile e onesta: non hai approfittato di me nonostante abbia dimostrato più volte che sarei stato disposto a fare qualsiasi cosa per te.
Ma poi penso che esiste anche la probabilità che tu ritenessi che non avevo nulla di degno di essere sfruttato.

lunedì 22 ottobre 2012

Bagliori nel buio

Ci sono persone affascinanti e terribili. Al loro cospetto hai l'impressione di trovarti di fronte ad una spada inguainata, elegante nel suo fodero istoriato ma pronta a colpire alla bisogna. Irradiano sicurezza di se, forza tranquilla e così palese da non aver bisogno di essere esibita per intimorire. Si permettono di essere rilassate e cordiali perché sanno che nulla al mondo può sconfiggerle.
Ho molto rispetto gente così, e anche un filo di invidia, ma non l'ammiro "a prescindere": dipende da quali sono gli obiettivi che si prefiggono. Mirabilmente armate, possono adoperarsi per il bene degli altri o esclusivamente per il proprio, ma solo nel primo caso sono davvero grandi.

domenica 21 ottobre 2012

Inarrivabile tenerezza

Io sono un romantico. Non tanto nell'accezione "alta" del termine: i dolori del giovane Werther o le ultime lettere di Jacopo Ortis mi lasciano un po' freddino, ma le storie d'amore, anche le più stucchevoli e zuccherose, riescono a toccare alcuni angoli nascosti della mia anima.
Io amo i fumetti. Soprattutto le strisce disegnate, quelle brevi storie che nel breve volgere di quattro o cinque vignette riescono a disegnare un mondo. Tra tutte le strip che ho avuto modo di leggere, quelle di Calvin e Hobbes occupano un posto molto particolare del mio cuore, non distante da quegli angoli di cui ho parlato poco sopra.
Se non sapete chi sono Calvin e Hobbes, un po' vi invidio: avete la possibilità di conoscere ed esplorare un mondo magico e sorprendente. Se li conoscete, sapete già che Calvin ha un rapporto di amore-odio con Susan, una sua compagna di classe incredibilmente forte e dolce.
Ecco: che qualcuno, dopo più di venticinque anni dall'interruzione della serie, abbia avuto l'audacia di immaginare un seguito, nel quale Calvin dà alla propria figlia, nata dal matrimonio con Susan, il suo vecchio orsacchiotto di pezza, è una cosa che mi scioglie dentro.

sabato 20 ottobre 2012

Professionisti 2

E' la volta dello spazzacamino.
In questo caso, è difficile chiamarlo "omino": è grande e grosso, e anche piuttosto giovane.
S'è fatto un po' pregare per arrivare, ma una volta definito l'appuntamento è stato di una precisione svizzera, e ha lavorato senza fare casini in giro.
Ogni tanto capita anche di essere fortunati.

venerdì 19 ottobre 2012

Ho fatto la lavatrice

Ce n'era bisogno: non si riusciva più a chiudere la cesta dei panni sporchi.
Neanche dopo, in realtà.

giovedì 18 ottobre 2012

Physique du rôle

Tra le varie cose che potrei mettermi a fare "to scrap a living" ci potrebbe essere il gigolò: aspetto piacevole, fisico atletico, conversazione brillante, ampia cultura. Peccato mi manchino giusto quei venti centimetri.
Di altezza, cosa avevate capito?

lunedì 15 ottobre 2012

I bulbi di Campione, 2° edizione

"Bulbi" inteso come quelle cose che stanno sotto le barche per tenerle dritte anche se il vento cerca di ribaltarle, non quelle cose che si mettono per terra per fare spuntare i tulipani.
A parte questo, preferirei non raccontarvi com'è andata.
Mi toccherebbe di dirvi che, una volta raggiunto Campione dopo due ore di smotorata, sono dovuto tornare di corsa a casa, in macchina questa volta, perché i giudici volevano assolutamente vedere il contratto di assicurazione. Mentre andavo verso Maderno, si è pure messo a piovere, e l'automobile ha cominciato ad assomigliare pericolosamente ad una saponetta, poi c'erano un sacco di infelici che andavano ai 45 km/h e che tenevano i tergicristalli accesi anche in galleria (per dire del livello del pilota) e insomma non è stata una bella esperienza.
Poi il comitato ha preso il largo, mettendo a riva la "Y" (obbligo di giubbino salvagente, per i non avvezzi ai significati delle bandiere) quando il lago era piatto come l'olio, e il vento un pio desiderio.
La prima prova è stata disastrosa, sempre dal lato sbagliato del campo, sempre sulle mura dove il vento scarsava, ed è stata accorciata al primo giro come atto di pietà (tipo il colpo di grazia al cavallo azzoppato), ma la "Y" non è stata tolta.
La seconda prova è stata la fotocopia della prima, con il vento che faceva le bizze, tanto da farci issare lo spi sul lato che avrebbe dovuto essere di bolina. Robe che neanche a Salò...
Poi siamo rientrati a terra, e i cento litri di birra e le salsicce avanzate dall'ultimo mondiale si sono rivelate un impietoso falso (era l'unica cosa che mi aveva fatto decidere di partecipare, mannaggia a loro).

Quindi niente, non vi racconto com'è andata.

Vi dico solo che la parte più bella della giornata è stata rientrare a vela verso Maderno, con la luce che pian piano si spegneva, fino ad avere un lago nero e vuoto, contornato dalle luci dei paesini costieri. La navigazione notturna è sempre magica.

sabato 13 ottobre 2012

Cinica fiducia

Voglio un amore che duri tutta la vita, e so che lo troverò. Più invecchio, meno avrò da vivere, e più sarà facile trovare un amore che duri abbastanza.

venerdì 12 ottobre 2012

Exitus


Interno notte.
In una stanza buia l'unica luce è data da un paio di candele poste su un tavolo elegantemente apparecchiato per una cena a due. Nei calici c'è del vino bianco frizzante, potrebbe anche essere Champagne, ma la bottiglia è nel secchiello del ghiaccio e non è possibile leggere l'etichetta. Sopra un vassoio sono disposte alcune tartine, dei vol-au-vent e dei piccoli involtini.
Seduti al tavolo, un uomo e una donna.
- Come siamo raffinati stasera. A cosa devo l'onore?
- E' l'ultima volta che ci vediamo, mi sembrava giusto salutarti con stile.
- L'ultima? E' perché?
- Si dà il caso che tu settimana prossima ti sposi...
- E con ciò? I patti non erano questi.
- Lo so.
- Quindi?
- I patti erano che saremmo stati sempre assieme, avremmo potuto avere tutte le storie che volevamo, e non dovevamo mai innamorarci di noi.
- Li abbiamo rispettati. Un matrimonio non è una storia così diversa dalle altre.
- Può darsi. Ma sono io che non li ho rispettati.
- Cioè?
- Ti amo.
- Ma non dire sciocchezze...
- Non è una sciocchezza, è la pura verità.
- E tutte le storie che hai avuto?
- Ti eccitava pensare che io le avessi, e allora me le sono inventate.
- Hai una fantasia piuttosto fervida. Ma continuo a non capire cosa c'entri il mio matrimonio.
- Mi ha fatto solo capire che non avevo nessuna speranza di farti innamorare di me.
- E' quello che ti ho sempre detto.
- Lo so. Ma una cosa è saperlo, un'altra è sentirlo dentro.
- Mi spiace, mi divertivo molto con te.
- Anche io, ma il divertimento non mi basta più, voglio una cosa vera.
- Come vuoi tu. A questo punto credo che sia meglio se torno a casa...
La donna si alza, raccoglie la borsetta e il soprabito dal divano e si dirige verso la porta, l'uomo resta seduto al tavolo, la testa tra le mani.

giovedì 11 ottobre 2012

Incorreggibile

Sono vecchio, e questo si sa, così vecchio che mi ricordo ancora di quando non c'erano i blog. Oddio, magari c'erano, ma fa niente. Insomma: all'epoca (2006, preistoria) ci si arrangiava con i newsgroup di usenet, e anche lì davo sfoggio alle mie doti di scrittore.
Tutto questo solo per dire che non ho ancora imparato. No, non a scrivere, che non sarebbe poi sté gran danno, non ho ancora imparato a non trattare male le persone a cui voglio bene.
E chiedere scusa dopo non serve.
E rischio di perdere per strada persone a cui tengo.

lunedì 8 ottobre 2012

Chain letter

O catena di S. Antonio.
Nata ben prima della rete, è la diffusione di una lettera affidata agli stessi riceventi: ciascun destinatario la deve rispedire ad un tot di persone. Con l'avvento di internet il fenomeno ha avuto una diffusione esponenziale, soprattutto perché è molto più facile cliccare sul tasto inoltra che ricopiare un testo (fosse pure con una fotocopiatrice), imbustarlo e affrancarlo.
Ce n'è di tutti i tipi e per tutti i gusti, dal testo poetico e suggestivo, alla petizione politica o economica, alla diffusione di teorie complottistiche più o meno deliranti.
Molto rappresentata è anche la richiesta d'aiuto: ricerca di informazioni mediche, appelli per donatori di sangue o midollo, piccoli animali a cui trovare una casa e padroni affettuosi.
Ecco: vorrei cominciare la mia personalissima catena di S. Antonio: "Adotta un programmatore".
Discretamente competente nel ramo, e con una spiccata capacità ad imparare ciò che ancora ignora, un notevole talento nel problem solving e un'indiscussa capacità nel decifrare le cervellotiche richieste degli utenti, automunito, militassolto ed immediatamente disponibile.
Copiate nei vostri blog, inviate ai vostri contatti: magari a voi non serve, ma tra le vostre conoscenze potrebbe esserci qualcuno alla disperata ricerca di qualcuno con queste caratteristiche.
Per contatti, rivolgersi al gestore di questo blog.

domenica 7 ottobre 2012

La ragione per cui

La ragione per cui le opere letterarie, e in genere artistiche, sono spesso collegate in qualche modo ad amori sfortunati, è che se l'amore è fortunato la cosa che ti viene in mente da dire la dici direttamente a chi ami, mentre, al contrario, per evitare di rendersi eccessivamente ridicolo, l'amante sfortunato è costretto a gridarlo al mondo intero.

Apologies

In questi giorni, una blogger che conosco virtualmente da molti anni ma che non ho mai incontrato, è venuta a fare un giro con il marito da queste parti (credo festeggiassero un imprecisato compleanno) e mi ha offerto un caffè a Salò.
E' molto strano incontrare nella "real life" gente che si è sempre frequentata al di là di uno schermo, e spesso può portare a delusioni profonde, perché non c'è corrispondenza tra l'idea ricavata dalle letture e la persona in carne ed ossa. Ecco: non è stato questo il caso, Marion è esattamente come si è raccontata nei suoi post.
Devo per altro scusarmi con loro, per averli travolti con un fiume di chiacchiere, ma evidentemente sono riusciti a portarmi sugli argomenti che amo.
E grazie per il vino, è stato prezioso.

sabato 6 ottobre 2012

Message in a bottle 2

A differenza del precedente, che sapevo sarebbe stato letto e lo è stato, anche se non ha raggiunto il risultato sperato, so quasi per certo che questo non lo sarà. Anyway...

Avevi ragione tu, con la camicia faccio la mia porca figura.

venerdì 5 ottobre 2012

Dello strano funzionamento della mente umana

La mia, nello specifico, che poi non so se succede così anche ad altri.
Allora: a me non piace volare. L'aereo mi fa paura. So che è un mezzo di trasporto notevolmente sicuro, che le statistiche riguardo agli incidenti, calcolati per numero di passeggeri e distanze percorse, lo classificano come il meno pericoloso, però l'idea di essere sospesi lì per aria, e che se succede qualcosa si cade violentemente per terra, non mi fa stare per nulla tranquillo. Probabilmente il timore è anche accentuato dalla mancanza di controllo, dal non sapere fino in fondo che cosa sta succedendo, per cui ogni minima variazione dell'accelerazione gravitazionale percepita diventa un piccolo dramma.
Ciò non mi ha impedito di prendere l'aereo, e c'è stato un periodo della mia vita in cui ci sono salito relativamente di frequente (sì, c'era di mezzo una donna, e "un pelo di fica tira più di una pariglia di buoi". tra l'altro credo valga anche nel caso sia completamente depilata), e a un certo punto mi sono accorto che la cosa non mi dava più tanto fastidio. Non ero costretto a guardare costantemente fuori dal finestrino per verificare che fossimo ancora in volo, non mi tormentavo continuamente le mani, potevo leggere e concentrarmi su quanto stavo leggendo invece di ripercorrere ossessivamente le stesse righe perché tutto "scivolava" fuori dal mio cervello.
Orbene, come credete che abbia accolto questa piccola epifania? Un piccolo moto d'orgoglio ha forse attraversato il mio intimo? Assolutamente no, anzi, la cosa mi ha dato un certo qual dispiacere: il volare era diventato routine, non era più ammantato da un'aura quasi eroica. Prima facevo fatica, ma mi vincevo, dopo non c'era più quasi nessuna emozione.
Ecco: succede di affezionarsi anche alle cose che fanno stare male. Forse più a quelle che alle altre. Sì, si chiama nevrosi. No, non l'ho ancora superata del tutto.

giovedì 4 ottobre 2012

Onestà intellettuale

Su Repubblica viene raccontata una simpatica storiella. Riassumo per chi non avesse voglia di andare a leggere l'articolo completo: un dirigente di una azienda pubblica parcheggia nel posto riservato ai disabili pur non avendone titolo, un avente diritto nota la cosa e segnala il fatto ai vigili urbani e il dirigente di cui sopra, per vendetta, taglia le gomme della macchina dell'accusatore. In seguito a questo fatto è stato "convinto" a dimettersi da tutti gli incarichi pubblici ed è stato espulso dal suo partito.
Pare che l'individuo abbia dichiarato che le dimissioni siano ingiuste perché lui ha sempre svolto correttamente il suo ruolo, e questa "faccenda" è estranea ai suoi pubblici incarichi.

Non ho idea di cosa abbia fatto, nella sua azienda, in qualità di dirigente, ma una persona che dimostra un tale disprezzo delle regole, ed è in grado di porre in atto meschine vendette quando obbligato ad attenervisi, a mio avviso non è degno di dirigere neanche una bocciofila.

Ingenuità

Quando ero giovane (che piccolo lo sono rimasto) pensavo che con il dialogo si potesse arrivare a risolvere qualsiasi problema. Credevo che bastasse parlare, confrontarsi, esporre i problemi e si sarebbe potuti arrivare a mediazioni accettabili per tutte le parti in causa.
Crescendo ho scoperto che non è così, e la mia fiducia in questo metodo è diminuita di molto. Perché quando parliamo non esprimiamo le vere ragioni del dissidio, ma solo le più "accettabili" razionalizzazioni di queste, quindi, per quanto se ne disquisisca, il vero oggetto del contendere non viene mai affrontato.

mercoledì 3 ottobre 2012

Giù il cappello

Che tanto lo indossa lui
 

che mi basterebbe essere bravo la metà di lui a suonare la chitarra per essere contento

Eternal Sunshine of the Spotless Mind

Un film che mi toccherà di vedere, prima o poi.

martedì 2 ottobre 2012

Message in a bottle

In questo blog (ed è la seconda volta in poco tempo che sto diventando autoreferenziale, me ne scuso) è estremamente raro che ci siano messaggi in bottiglia, comunicazioni leggibili da tutti ma dirette ad una persona in particolare. Ci sono, ovviamente, riferimenti a persone che conosco e che frequento, ma in quei casi non scrivo nulla di diverso da quello che ho già detto loro a voce.
Oggi faccio un'eccezione.
Allora: consigli, su questo blog, se ne trovano parecchi, dal come preparare alcune appetitose pietanze al modo per non farsi stressare troppo dalla manutenzione casalinga, ma non so se era quello che stavi cercando.
Parlo abbastanza poco di paura, perché è un sentimento a cui porto il massimo rispetto, e la considero una faccenda privatissima.
E no, non sono pericoloso.

lunedì 1 ottobre 2012

L'imbarazzo della scelta




- Mi segua, le mostro l'assortimento.
La ragazza si incamminò lungo il corridoio, mentre l'uomo la seguiva poco discosto. Arrivarono ad un ascensore, la ragazza premette il pulsante ed elargì un cortese sorriso. L'uomo, lievemente a disagio, si chiese se la sua rilassatezza fosse una studiata posa, o se l'abitudine le consentisse di affrontare con relativa tranquillità anche le situazioni più imbarazzanti.
L'ascensore fece una breve discesa, e si ritrovarono in un altro corridoio, completamente deserto, nelle cui pareti erano poste, ad intervalli regolari, pesanti porte metalliche.
- Mi pare di avere capito che lei fosse interessato al reparto primavera, giusto?
- Eh? Ah, sì, sì, quello - rispose l'uomo, ridestandosi dai suoi pensieri e arrossendo lievemente
- Decisamente la nostra linea di maggior successo. Naturalmente i nostri prodotti coprono tutte le possibilità, forniamo anche il servizio "su misura" per soddisfare i gusti più esotici e insoliti, ma ovviamente i prezzi e i tempi di attesa sono notevolmente superiori.
- Certo, è comprensibile.
- Allora dobbiamo andare a quella porta là in fondo.
La ragazza riprese a muoversi con i piccoli passi dettati dalla gonna stretta, mentre l'uomo seguiva l'ipnotico ticchettio delle sue calzature sul lucido pavimento.
- Eccoci qua - disse lei mentre componeva un codice sulla minuscola tastiera a fianco della porta - sicuramente qui potrà trovare qualcosa di suo gradimento. Abbiamo articoli di ogni dimensione e colore, e pur restando nella categoria "standard" sono notevolmente personalizzabili, con dei sovrapprezzi veramente minimi.
La porta si aprì con un sibilo, ed una folata d'aria fredda investì le gambe dell'uomo.
- Sono magazzini refrigerati?
- Oh, Sì. Vede, dobbiamo fare grande uso di materiali soffici ed elastici, nei nostri prodotti, e ciò comporta che siano un po' più deperibili di cose come la pietra o il metallo, quindi li teniamo al fresco per mantenerli perfetti
- Ah, non lo sapevo. Vuol forse dire che dovrò installare un grosso frigorifero a casa?
- Ma no - sorrise lei - è solo perché vogliamo servire ai nostri clienti dei prodotti assolutamente perfetti. Sa, in realtà può succedere che determinati prodotti, magari un po' insoliti, restino in magazzino per un certo periodo di tempo, prima che arrivi il cliente giusto. Le assicuro che i materiali sono garantiti per fornire un'adeguata soddisfazione all'acquirente anche dopo anni di servizio in ambienti non climatizzati. Si deteriorano molto molto meno del loro corrispettivo naturale, in realtà.
- Certo, certo...
- Cominci pure a dare un'occhiata in giro. Io l'aspetterò in corridoio, di solito i clienti preferiscono esplorare le varie possibilità da soli, ma sarò disponibile per rispondere a qualsiasi sua domanda o curiosità.
L'uomo entro nella cella frigorifera piuttosto titubante. Davanti a lui stavano alcune centinaia di cose, che a prima vista potevano sembrare manichini, ma che in realtà erano la più evoluta forma di androidi che la scienza e la tecnologia fossero in grado di produrre. E tutte avevano tratti che le caratterizzavano come androidi femmine. L'azienda Life Companion li aveva lanciati sul mercato già da molti anni, e recentemente il livello di mimesi con gli esseri umani era diventato sorprendente, tant'è che si vociferava di come molte persone spacciassero per "naturale" il loro partner artificiale.
Rabbrividendo non solo per il freddo, cominciò l'esplorazione delle alternative. Erano riprodotte un gran numero di varietà, anche se nessuna caratteristica era mai portata all'eccesso, per quello, probabilmente, occorreva rivolgersi al servizio su misura. Avevano svariate acconciature, ma l'uomo sapeva che era così solo al fine di presentare meglio il prodotto: il colore, la lunghezza e la foggia dei capelli era una delle caratteristiche ad opzione gratuita, in pratica non costava nulla chiedere la modifica del particolare. Una variazione della forma o della dimensione del seno, invece, era sottoposta a maggiorazione, la modifica della silhouette generale era altresì possibile, ma ad un costo proibitivo.
L'uomo si soffermò ad osservare con particolare attenzione un androide piuttosto basso, dalla corporatura minuta, le curve del corpo appena accennate al di sotto della tunica standard che copriva i corpi artificiali. Gli occhi, aperti, erano di un verde brillante, ma la loro fissità li rendeva piuttosto inquietanti. Alcune sottili rughe ai lati degli occhi ed attorno alla bocca, indicavano che, per quanto complessivamente giovanile, l'automa era destinato a rappresentare una persona decisamente già adulta.
Uscì dalla stanza immerso nei propri pensieri, e quasi sobbalzò quando la venditrice gli chiese se aveva trovato qualcosa di suo interesse.
- Oh, sì ma, capisce, non è una scelta così facile da fare sui due piedi.
- No, certo, comprendo - concesse lei, con il suo sorriso che cominciava ad apparire stereotipato all'interlocutore - nel frattempo, mentre lei pensa a quale debba essere l'aspetto fisico della sua compagna, potremmo tornare in ufficio per cominciare a definire gli aspetti della personalità.
- Guardi, lei è molto gentile, ma in questo momento ho le idee un po' confuse, non credo che sarei in grado di...
Mentre l'ascensore li riportava al piano terra la ragazza continuò:
- Ma non si preoccupi, non si preoccupi. Sappiamo che la cosa può mettere a disagio. Si figuri che alcuni clienti, invece di definire precisamente le varie caratteristiche, si limitano a stabilire dei minimi e dei massimi, lasciando che sia un algoritmo casuale a determinare il valore definitivo. Dicono che è più stimolante avere a che fare con qualcuno di cui non conoscono già tutto dal principio.
- Immagino, immagino... però, davvero, adesso preferirei tornare a casa a riflettere su queste cose con tranquillità.
- Certo, non è una cattiva idea, ma ne è sicuro? Non preferirebbe magari fare un giro di prova con uno dei nostri prodotti? Non è una cosa che proponiamo spesso, ma abbiamo alcuni modelli a disposizione e qualche stanza appartata nella quale il cliente può sperimentare il livello di interazione dei nostri androidi.
La faccia dell'uomo, già pallida, divenne cerea, la fronte imperlata di piccole gocce di sudore.
- No, davvero, signorina - si schernì - in questo momento non mi sento neppure bene, temo che non riuscirei ad apprezzare...
- Mi spiace davvero, è un peccato. Ma certamente la sua è una decisione saggia. Vuole magari fissare subito l'appuntamento per la sua prossima visita?
- Veramente al momento non ho con me l'agenda, dovrei verificare i miei impegni
- Ma non si preoccupi, possiamo fissare una data indicativa, poi se scopre di avere altri impegni può sempre contattarci per posticipare l'appuntamento
- Molto gentile da parte sua, signorina, ma al momento...
- Come preferisce. Le lascio il mio biglietto da visita, si senta libero di chiamarmi per qualsiasi chiarimento. E per prendere l'appuntamento, ovviamente.
Con la faccia che esprimeva evidentemente il contrario, l'uomo biascicò un "certamente" e si diresse verso l'uscita dalla concessionaria, prima con un'andatura incerta, poi sempre più veloce, finché, arrivato alla porta, stava praticamente correndo.