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domenica 11 novembre 2012

Happiness

La felicità, nel mondo, non è una quantità fissa. Non ce n'è un tot da dividere tra tutti gli esseri umani, per cui se qualcuno ne ha tanta ci deve essere qualcun altro che ne è privo. La felicità funziona al contrario: più le persone sono felici e più sono disposte a essere gentili con le altre, in un circolo virtuoso che si autoalimenta.
Bisognerebbe essere contenti della felicità altrui.

mercoledì 7 novembre 2012

Banalità


La mancanza di autostima fa brutti scherzi.
Prendiamo, ad esempio, l'ambito sentimentale: chi è privo di autostima ha in genere la tendenza a legarsi a persone che le svalutano, perché questa svalutazione si rispecchia molto bene con l'immagine che hanno di se. Quando trovano qualcuno che li apprezza, invece, si sentono a disagio e fuori posto, si sentono schiacciati dalle aspettative altrui.
In altri casi, invece, cercano di stabilire rapporti con persone in stato di difficoltà e di bisogno. Il meccanismo è chiaro: fondamentalmente insicuri, cercano partner che "dipendano" da loro, perché pensano che questo sia l'unico sistema per ottenere un legame solido. Non è difficile riconoscerli: i "miglioramenti" e i successi dell'altro li mandano in panico, perché temono che la fine del bisogno corrisponda alla fine della relazione. E hanno ragione: spesso e volentieri succede così.
Comunque la si metta, non è una bella cosa. Per volere bene agli altri bisogna prima riuscire a voler bene a se stessi. Banale, vero?

mercoledì 31 ottobre 2012

House's philosophy

Il dottore in questione dice che "tutti mentono".
Affermazione difficilmente contestabile: per farlo, bisognerebbe trovare qualcuno che, in vita sua, non abbia mai mentito e, sinceramente, credo sia impossibile. Però è anche un'affermazione piuttosto generica, non ci aiuta molto a capire il mondo e le altre persone: sì, succede che le persone mentano, ma sarebbe molto più interessante sapere, volta per volta, se quello che ci viene detto è vero o no.
Nella mia piccola esperienza, una regola quasi universalmente valida l'ho trovata: quando una donna dice di essere debole, inetta o incapace, sta mentendo. Anche a se stessa, a volte.

sabato 27 ottobre 2012

Daylight saving time

Domani, in quanto ultima domenica di ottobre, si torna all'ora solare. A voler fare i pignoli, si torna all'ora legale "standard" (UTC + 1) dopo aver usato nei mesi caldi l'ora legale estiva (UTC + 2). Porre l'accento sul fatto che si consideri "standard" una cosa che è usata per cinque mesi all'anno, e "non standard" quella usata per sette, sarebbe un'altra pignoleria, e mi parrebbe alquanto esagerato.
Nella prossima notte ci verrà restituita l'ora che ci è stata tolta l'ultima domenica di marzo.
Ecco, forse è un pensiero sciocco, però credo che sarebbe bello usare quest'ora regalata facendo qualcosa di bello e di folle, di allegro e di vivo. Qualche idea in merito l'avrei, purtroppo so che non sarà possibile.

giovedì 25 ottobre 2012

Trace Bundy

Avere un figlio è un'ottima cosa, da più punti di vista. In particolare ha la capacità di riuscire a tirarmi fuori dal guscio, a farmi mantenere i contatti con il resto del mondo. Non che lo faccia esclusivamente per altruismo: ad esempio, ieri sera, aveva bisogno di uno chauffeur per andare, assieme ad un amico, ad ascoltare un tizio che suona la chitarra, in quel di Traversetolo, in provincia di Parma.
Ci siamo andati, e devo dire che in un certo senso mi sono sentito imbrogliato: Trace Bundy non è uno che "suona" la chitarra. Meglio: non la suona nel modo in cui siamo abituati a sentirla suonare. Lui la accarezza, la percuote, la solletica, la scuote, la gratta, la pizzica, la titilla, ci gioca in tutti i modi possibili e immaginabili per estrarne suoni e armonie sorprendenti, per il divertimento del pubblico ma soprattutto suo. E racconta, in un inglese calmo e comprensibilissimo, come gli nascono i pezzi, quali tecniche usa, quali emozioni prova e cerca di trasmettere con la sua musica.
Non è un "concerto". E' un recital, un cabaret, uno spettacolo di mimo e di danza. Ascoltarlo non è sufficiente, bisogna vederlo all'opera, meglio se dal vivo. Era la sua prima data in Italia, spero ritorni presto, e nel caso, vi invito caldamente ad andarlo a trovare. Cercate i suoi pezzi in rete, intanto vi metto qui qualche fotografia scattata ieri sera.





mercoledì 24 ottobre 2012

Dell'inutilità dei discorsi

Alle donne, a certe donne almeno, non bisognerebbe chiedere "mi vuoi?", "mi ami?", "ti piaccio?". Bisognerebbe semplicemente andare lì, riempirle di baci e rapirle.

lunedì 22 ottobre 2012

Bagliori nel buio

Ci sono persone affascinanti e terribili. Al loro cospetto hai l'impressione di trovarti di fronte ad una spada inguainata, elegante nel suo fodero istoriato ma pronta a colpire alla bisogna. Irradiano sicurezza di se, forza tranquilla e così palese da non aver bisogno di essere esibita per intimorire. Si permettono di essere rilassate e cordiali perché sanno che nulla al mondo può sconfiggerle.
Ho molto rispetto gente così, e anche un filo di invidia, ma non l'ammiro "a prescindere": dipende da quali sono gli obiettivi che si prefiggono. Mirabilmente armate, possono adoperarsi per il bene degli altri o esclusivamente per il proprio, ma solo nel primo caso sono davvero grandi.

sabato 15 settembre 2012

Spiazzamenti

Dire a una gentil donzella "vieni, ti faccio vedere il mio teleobiettivo" e non avere in mente alcun doppio senso.

martedì 11 settembre 2012

Strane somiglianze


Emma Watson e Jeremy Irons. Praticamente identici.

giovedì 7 giugno 2012

Considerazioni

A mio parere, se una persona che si viene a trovare nella condizione di fare da mediatore tra due gruppi contrapposti, alla fine riceve attestati di stima da entrambe le parti, vuol dire che è stata estremamente brava.
Secondo me, eh.

martedì 8 maggio 2012

Ebbene sì

Nei compleanni di oggi è proprio citato.

lunedì 30 aprile 2012

Piccola città

Abitare in paese è strano.
Ad esempio mi capita di essere fermato per strada da persone che, ad oltre quattro anni dal fatto, mi porgono le condoglianze per mio padre (probabilmente gli somiglio più di quanto creda).
Stamane, un arzillo vecchietto, accompagnato da un cucciolone nero, trovando il portone aperto è entrato chiedendo se poteva dare un'occhiata al giardino, dove da piccolo aveva passato interi pomeriggi giocando con gli amici. E' bastato un piccolo incoraggiamento da parte mia (davero piccolo, purtroppo la chiacchiera non è uno dei miei punti forti) per farlo raccontare di com'era la via a quei tempi, chi ci abitava e cosa facevano per vivere (curioso il fatto di una famiglia chiamata "del turco" perchè aveva rilevato un bar che in precedenza era stato gestito, per l'appunto, da un turco; avevano un loro cognome, ma nessuno lo usava più, e probabilmente molti non lo conoscevano neanche).
Storie piccole, evanescenti, sullo sfondo degli anni seguiti alla seconda guerra mondiale. Famiglie grandi, con molti bambini che passavano il tempo giocando tra loro in strada, esplorando i dintorni e sfuggendo a cani aizzati da proprietari terrieri inferociti dalle loro scorrerie.
Storie comuni a tante fanciullezze della metà del secolo scorso, ma già diverse dalle mie, e ancora di più da quelle dei bambini di oggi, ed è triste che corrano il rischio di essere perse e dimenticate.

Se però queste storie vi piacciono, potete sempre andarvi a cercare lo spettacolo "La macchina del capo" di Marco Paolini, piccola macchina del tempo per ripercorrere situazioni, emozioni, esperienze e timori dei ragazzini degli anni passati.

mercoledì 11 aprile 2012

In memoriam

Venticinque anni fa moriva, probabilmente suicida, Primo Levi.
Trovai a casa mia, quando ero ancora poco più che bambino, il suo "Il sistema periodico", e me innamorai a prima vista, rileggendolo più volte negli anni e scoprendo che, parallelamente alla mia crescita, anche il libro, cosa apparentemente statica e immutabile, si arricchiva di significati e chiavi di lettura.
Ho amato anche gli altri suoi libri, da "Se questo è un uomo" ai " I sommersi e i salvati", sia pure in misura minore rispetto al "sistema", e con il tempo sono arrivato a considerare quell'uomo una sorta di secondo padre. Mi affascinava la sua curiosità poliedrica, gratuita (nel senso di non legata ad uno scopo materiale ed immediato) ma non banale, l'attenzione al significato delle parole e alla loro origine, l'interesse per il mondo animale e per le interazioni sociali.
E l'incredibile capacità di analizzare, con freddezza da scienziato asettico, l'immane tragedia di cui era stato vittima e testimone.

Mi manca, mi manca molto.

sabato 31 marzo 2012

Educazione stradale

Con la bella stagione, sul lago cominciano ad arrivare gli stranieri, soprattutto tedeschi.
Te ne accorgi perchè inzi a vedere delle automobili che si fermano alle strisce pedonali per lasciare che la gente attraversi la strada

venerdì 24 febbraio 2012

Illuminazioni

Ci sono donne che riescono a costringerti ad essere te stesso

mercoledì 16 novembre 2011

Curiosità

Mi piacerebbe sapere perchè le donne preferiscono recriminare piuttosto che chiedere.

lunedì 11 aprile 2011

Se questo è un uomo

Lui lo è stato.

mercoledì 6 aprile 2011

Teatro

Giovedì scorso sono andato ad assistere a uno spettacolo di Marco Paolini, "La macchina del capo".

Non so se avete mai avuto occasione di vedere Paolini all'opera, fa un teatro minimale, "di narrazione" credo che venga definito: sul palco ci sono solo lui e un musicista che partecipa sporadicamente all'azione, e qualche minimale attrezzo scenico. Sembra di assistere a una cosa informale, alla chiacchierata di qualcuno che racconta delle cose che gli sono successe.

Naturalmente è solo un'impressione: se si rivede più volte lo stesso spettacolo ci si accorge che ogni passagio, ogni pausa, ogni effetto sono frutto di un certosino lavoro di limatura: il massimo della naturalezza raggiunto con il dispiegamento di una notevole sapienza tecnica.

venerdì 11 marzo 2011

Luoghi comuni

Post lungo, mettetevi pure comodi. Proprio non è possibile condensare ulteriormente l'argomento, già così siamo a rischio di dire delle grosse imprecisioni.

E se continuo con i preamboli, diventa ancora più lunga...

Allora, partiamo da lontano. Anche se per vederlo dobbiamo avvicinarci molto, perchè stiamo parlando di una cosa molto molto piccola: il DNA.

Spero che voi sappiate già di cosa si tratta, perchè io, dato lo spazio a mia disposizione, non posso andare oltre un "la molecola che contiene tutte le informazioni della vita". Per fare un paragone che a me risulta molto congeniale, potremmo dire che il DNA contiene (è) il programma che dice alla macchina cellula come deve funzionare. La cosa che non quadra in questo esempio è che il programma del computer non costruisce il computer, mentre il DNA contiene anche le informazioni su come la cellula si deve "costruire", ma non stiamo qui a sottilizzare.

E' davvero molto piccolo, e praticamente impossibile da vedere, però gli scienziati, facendo ricorso a tecniche molto sottili e fantasiose, sono riusciti a ricostruirne la struttura. Ne è risultata un lunga doppia elica, in un filamento è collegato all'altro tramite delle basi azotate. Queste basi sono quattro, hanno quattro nomi diversi ma in genere e per brevità vengono indicate con la sola iniziale del nome: A, T, C, G. Una delle particolarità che possiedono è quella di potersi legare solo a coppie fisse, A con T e C con G, e questa cosa è estremamente utile, perchè quando l'elica si svolge, separandosi in due filamenti singoli, attaccato a ciascuno di questi filamenti si ricostruisce pezzo per pezzo un filamento identico a quello appena separato, e il DNA si ritrova ad essere duplicato, pronto per dare inizio a una nuova cellula.
Questo, ovviamente, nel caso in cui funzioni tutto a puntino, il che succede il più delle volte ma non sempre.
E se qualcosa va storto? Quali sono le conseguenze?
Beh, se le cose vanno molto storte il DNA risultante non funziona, e la cellula muore, però le cose possono andare storte solo un po', anche perchè bisogna sapere che la parte importante del DNA, quella che contiene il programma di cui abbiamo parlato in precedenza, è solo una piccola frazione del totale, circa l'uno percento, e se la variazione va a interessare una parte "non codificante" c'è la probabilità che la cellula lavori esattamente come prima. Qualche volta capita anche che la cellula non lavori esattamente come prima, ma possa comunque vivere, e addirittura vivere meglio, ma ciò accade veramente di rado e non è quello di cui volevo parlare adesso (ce n'è già abbastanza così, come state cominciando ad accorgervi).

Allora, riassumiamo aggiungendo qualche dettaglio: il DNA umano è costituito da circa tre miliardi di basi, e continua a duplicarsi, e in queste duplicazioni commette degli errori. Se "l'errore" è incompatibile con la vita, amen, altrimenti resta dov'è, e viene passato agli eventuali figli, perchè da quel momento in poi diventa a pieno titolo parte del DNA. Per i discendenti sarà la medesima cosa: il loro DNA si duplica, si introducono piccoli errori, questi errori si trasmettono.
Poi, a un certo punto, uno dei discendenti comincia a pensare di voler andare a vivere in un posto diverso. Lui e la sua famiglia (quindi gente che ha un DNA molto simile tra di loro, e leggermente diverso da quello degli altri) si spostano in un altro territorio, lo colonizzano e si moltiplicano. Anche quest'ultimo gruppo svilupperà delle piccole variazioni, ma tra di loro saranno comunque più simili, più omogenei rispetto all'eterogeneità della popolazione di partenza (la quale, anche lei, continuerà a generare nuove varianti).
Se immaginiamo questo processo ripetuto continuamente per migliaia di anni, avremo sott'occhio il percorso compiuto dall'umanità.

Adesso arriviamo ai giorni nostri, e immaginiamo che qualche scienziato particolarmente fantasioso trovi il modo di andare a leggere il DNA, magari non tutti i tre miliardi di mattoncini, solo una mezza milionata o giù di lì, però sparsi lungo tutta l'estensione della doppia elica, e localizzati in posizioni che si sono scoperte molto variabili da un individuo all'altro. Se noi prendessimo un po' di persone per ciascun gruppo di popolazioni del mondo, e sottoponessimo il loro DNA a questo esame, potremmo trovare qual è il gruppo più antico (sarà quello con al suo interno il numero maggiore di variazioni) e quali i più "giovani", e potremo ricostruire qual è stato il percorso seguito dall'umanità nella colonizzazione del pianeta terra.

Questi scienziati molto fantasiosi in effetti esistono, il metodo è stato trovato ed utilizzato, e il DNA delle varie popolazioni è stato testato in un programma di ricerca (Human Genome Diversity Project, in seguito ostacolato perche in odore di "razzismo scientifico", ma adesso non divaghiamo) e il percorso tracciato dall'uomo è stato ricostruito, a grandi linee: è partito dall'Africa, si è spinto in Medio Oriente e da lì si è diviso verso l'Europa e verso la Cina, poi una parte di questi è arrivata nelle Americhe, probabilmente attraverso lo stretto di Bering in secca durante una glaciazione.

E adesso veniamo al titolo del post: si dice luogo comune un'affermazione genericamente ritenuta vera dalla gran parte delle persone ma che alla prova dei fatti si rivela inconsistente. Il luogo comune su cui volevo attirare la vostra attenzione, in questo caso, è: "i negri sono tutti uguali".
E' falso: tra tutte le popolazioni sono quelli con la maggiore varietà di DNA. Sono i nostri grandi genitori.

lunedì 7 marzo 2011

Complottismi

Il mondo, si dice, è bello perché è vario. Solitamente (spessamente) se qualcuno se ne esce con questa affermazione io ribatto che il mondo è bello perché è avariato, ma non è questo il punto.
Tra le cose ricomprese in questa varietà possiamo annoverare quei personaggi che hanno idee eretiche sul funzionamento del mondo, ad esempio coloro che ritengono possibile il moto perpetuo, l'efficacia deglio oroscopi o dell'omeopatia e di altre cose (ero tentato di scrivere "quant'altro", ma un'amica ha detto che non sopporta chi usa questa locuzione, per cui mi trattengo).
Se andiamo a chiedere a questi personaggi come mai le loro teorie non godono di un'accettazione universale, di solito ci vengono illustrate una serie di ragioni, che vanno dalla presenza di un complotto universale alla mancanza di fantasia degli scienziati, incapaci di immaginare un mondo che non rientri nei loro schemi.
Ecco: di tutte le scuse addotte, quest'ultima è decisamente la più ridicola. Secondo voi, quanta fantasia ci vuole per immaginare che due orologi identici, posti sulla nostra buona cara terra ad altezze differenti, segnano il trascorrere del tempo in modo differente?
Di poco, anzi pochissimo: con dieci metri di altezza la differenza è di un secondo ogni trenta milioni di anni; ma la differenza esiste, è stata misurata e questo fenomeno, per quanto in apparenza "eretico" è universalmente considerato vero.
Il problema, quindi, non è la mancanza di fantasia degli scienziati, ma più propriamente l'inesistenza dei fatti sostenuti dai personaggi di cui sopra. Se ne facciano una ragione.