lunedì 30 aprile 2012

Della divisione dei compiti

Non ho la lavastoviglie. Forse, in cucina, lo spazio c'era, ma è un elettrodomestico che non mi sta particolarmente simpatico. Per dire: la lavatrice è indispensabile, della lavastoviglie si può anche fare a meno.
Quindi i piatti si lavano a mano.
E siccome tocca a me di lavarli, ho deciso che stasera cucina il pargolo. Ecco.

Piccola città

Abitare in paese è strano.
Ad esempio mi capita di essere fermato per strada da persone che, ad oltre quattro anni dal fatto, mi porgono le condoglianze per mio padre (probabilmente gli somiglio più di quanto creda).
Stamane, un arzillo vecchietto, accompagnato da un cucciolone nero, trovando il portone aperto è entrato chiedendo se poteva dare un'occhiata al giardino, dove da piccolo aveva passato interi pomeriggi giocando con gli amici. E' bastato un piccolo incoraggiamento da parte mia (davero piccolo, purtroppo la chiacchiera non è uno dei miei punti forti) per farlo raccontare di com'era la via a quei tempi, chi ci abitava e cosa facevano per vivere (curioso il fatto di una famiglia chiamata "del turco" perchè aveva rilevato un bar che in precedenza era stato gestito, per l'appunto, da un turco; avevano un loro cognome, ma nessuno lo usava più, e probabilmente molti non lo conoscevano neanche).
Storie piccole, evanescenti, sullo sfondo degli anni seguiti alla seconda guerra mondiale. Famiglie grandi, con molti bambini che passavano il tempo giocando tra loro in strada, esplorando i dintorni e sfuggendo a cani aizzati da proprietari terrieri inferociti dalle loro scorrerie.
Storie comuni a tante fanciullezze della metà del secolo scorso, ma già diverse dalle mie, e ancora di più da quelle dei bambini di oggi, ed è triste che corrano il rischio di essere perse e dimenticate.

Se però queste storie vi piacciono, potete sempre andarvi a cercare lo spettacolo "La macchina del capo" di Marco Paolini, piccola macchina del tempo per ripercorrere situazioni, emozioni, esperienze e timori dei ragazzini degli anni passati.

venerdì 20 aprile 2012

Arrendersi

In realtà non c'è nulla di "alternativo" in questo post sull'economia domestica.
Dopo quattro anni di strenua restistenza mi è toccato di cedere, e ho acquistato asse e ferro: si tornano a stirare i panni. Magari non come mia sorella, che dà un colpo di ferro anche agli stracci della polvere, però qualcosina sì.

martedì 17 aprile 2012

Al semaforo

Lo so, è cosa di poco conto rispetto alla vera domanda riguardo alla vita, l'universo e tutto quanto (vi ricordo che la risposta è 42), però mi piacerebbe davvero sapere cosa passa per la testa di quelle persone che, incastrate nel traffico, passano con il semaforo verde pur sapendo che la coda che le precede non permetterà loro di liberare l'incrocio prima che scatti il rosso, e se ne stanno lì, per un tempo interminabile, a bloccare una folla di automobilisti inferociti.

lunedì 16 aprile 2012

Regata del Piantù

C'è crisi, c'è grossa crisi. Ci sono più barche che marinai, e pare che questi pochi abbiano anche altri impegni, oltre a venire in barca (chessò: qualcuno è reperibile al lavoro, altri vanno a fare gli attori, cose così), inoltre io ODIO telefonare alla gente per chiedere la loro disponibilità, per cui mi risolvo a farlo solo quando i pochi elementi disponibili sono già stati ingaggiati da altri equipaggi.
A questo si aggiunga che le previsioni del tempo, per domenica, annunciavano pioggia in tutte le possibili declinazioni (a margine: hanno sbagliato, temporali e rovesci non se ne sono visti, per il resto ha piovuto ininterrottamente con intensità variabile dalla schizzechea, per gli inglesi "drizzle", al moderato andante con brio) e sarà facile capire come, alla partenza, eravamo solo in tre.

Il percorso è dei più semplici: si parte davanti al circolo di Toscolano, si arriva fino al Forbisicle e si torna indietro passando per la boa messa di fronte al porto nuovo di Bogliaco. Peccato solo che, con il vento presente al momento della partenza, il completamento del tragitto avrebbe richiesto una settimana invece delle sette ore previste come tempo massimo. Il poco vento, comunque, spinge nella direzione giusta, appena sufficiente a gonfiare lo spi appesantito dalla pioggia, l'acqua è piatta, perturbata solo dal raro passaggio dei battelli (per i motoscafi non è ancora stagione) e il barchino si muove, lento ma sicuro, verso il nord.

Se non fosse una regata sarebbe anche una navigazione piacevole. No, riformulo: se non fosse una regata, non piovesse e non facesse un freddo incredibile sarebbe anche una navigazione piecevole, purtroppo però le cose non stanno così, e la consapevolezza di essere in gara, di dover arrivare a completare il percorso, rende la situazione piuttosto snervante. Soprattutto perchè in quelle condizioni sembra sempre che gli altri vadano come dei proiettili mentre noi siamo quasi fermi. Vediamo, in lontananza, un paio dei nostri colleghi di classe che hanno deciso di avere modi migliori per passare la domenica, e stanno tornando a motore in porto. La cosa è consolante: abbiamo matematicamente evitato l'ultimo posto, ma al contempo è fonte di stress: se non arrviamo entro il tempo limite la nostra sopportazione non sarà servita a nulla, e al danno si aggiungerà la beffa.
Ma la nostra costanza viene premiata: pian piano, senza fretta, il vento sale, la barca accelera e l'acqua comincia a cantare sulla carena. O dolce suono, balsamo per le orecchie, lenitivo di tutte le ansie e le scomodità. In completa letizia (che a questo punto acqua e freddo diventano dettagli di nessuna importanza) raggiungiamo la boa del Forbisicle, ammainiamo lo spi e ci disponiamo a una lunga e piacevole bolinata. Gli avversari non sono distanti come sembrava, sono tutti a portata di vista, e uno, inspiegabilmente, è pure alle nostre spalle. Il distacco dai primi si riduce, prendiamo una rotta più diretta per tentare una rimonta, ma il vento ci dà torto, e arriviamo alla boa di Bogliaco a posizioni invariate, dove il comitato di regata ha deciso di porre il traguardo, accorciando il percorso, per evitare alle barche la tagliola del tempo limite.
Quinti su otto partecipanti. Poteva andare peggio: poteva piovere. Di più, intendo.

mercoledì 11 aprile 2012

In memoriam

Venticinque anni fa moriva, probabilmente suicida, Primo Levi.
Trovai a casa mia, quando ero ancora poco più che bambino, il suo "Il sistema periodico", e me innamorai a prima vista, rileggendolo più volte negli anni e scoprendo che, parallelamente alla mia crescita, anche il libro, cosa apparentemente statica e immutabile, si arricchiva di significati e chiavi di lettura.
Ho amato anche gli altri suoi libri, da "Se questo è un uomo" ai " I sommersi e i salvati", sia pure in misura minore rispetto al "sistema", e con il tempo sono arrivato a considerare quell'uomo una sorta di secondo padre. Mi affascinava la sua curiosità poliedrica, gratuita (nel senso di non legata ad uno scopo materiale ed immediato) ma non banale, l'attenzione al significato delle parole e alla loro origine, l'interesse per il mondo animale e per le interazioni sociali.
E l'incredibile capacità di analizzare, con freddezza da scienziato asettico, l'immane tragedia di cui era stato vittima e testimone.

Mi manca, mi manca molto.

lunedì 9 aprile 2012

La ragazza di pasqua

La ragazza di pasqua ha lunghe orecchie pelose da coniglio, e cova uova di cioccolata da cui nasceranno colombe di peluche, che porteranno nel mondo rametti di olive ascolane quale simbolo di pace e prosperità.

giovedì 5 aprile 2012

Roma ladrona

Prendersela con Bossi e la sua cricca, adesso, è un po' come sparare sulla Croce Rossa (che è davvero una cosa che non farei mai), però devo dire che provo una crassa soddisfazione, una sorta di schadenfreude, sapendo che il losco figuro (e per me lo era già da molti anni, dal suo apparire sulla scena politica) è stato costretto a dimettersi con l'accusa di aver utilizzato a fini privati soldi dello stato destinati al suo partito.
E' consolante vedere come la realtà, anche se con un certo ritardo, presenta il conto a tutti.

martedì 3 aprile 2012

Google search

Già in precedenza le chiavi di ricerca con cui ignari internauti capitano sul mio blog avevano suscitato la mia curiosità, questa volta tocca a "Erotismo stravagante".
In realtà non capisco come una simile chiave possa portare al mio blog. Raramente parlo di erotismo, anche quando invento cerco di evitare l'argomento: sono cose che preferisco tenere per me.
Anche e soprattutto nel caso in cui indulgessi in pratiche stravaganti.

(che poi occorrerebbe che qualcuno mi spiegasse quale potrebbe essere, l'erotismo stravagante)