lunedì 31 gennaio 2011

Dell'imperfezione

Una volta lavoravo con i telefoni.
Quando ci hanno assunto, ci hanno propinato quattro mesi di corso, full time, durante i quali ci hanno spiegato la gran parte delle tecniche utilizzate per la trasmissione della voce. Era uno sproposito di anni fa, la voce era quasi l'unica cosa che si trasmetteva.

Mi aveva colpito molto la tecnica di trasmissione PCM (Pulse Code Modulation), uno dei primi sistemi per digitalizzare il segnale rendendo più "solida" la sua trasmissione: il segnale sonoro (che grosso modo è un'onda) veniva misurato 8000 volte al secondo, e questa misura veniva trasmessa digitalmente; l'apparecchio ricevente effettuava il procedimento inverso, e dalla serie di misure ricostruiva il segnale sonoro (è lo stesso sistema dei cd musicali, solo che li il campionamento è fatto 44000 volte al secondo).
Orbene: nel caso in cui in linea ci fosse stato "silenzio", l'apparecchiatura trasmittente avrebbe dovuto emettere una continua serie di zeri, ma era programmata per inserire un "1" ad intervalli predefiniti, introducendo un lieve fruscio, perchè era stato riscontrato sperimentalmente che le persone, quando parlano al telefono, se sentono il silenzio assoluto pensano sempre che sia caduta la linea.

Siamo umani, le cose troppo perfette ci danno fastidio.

Romitaggio

La connessione a internet mi ha abbandonato sabato mattina, ed è tornata solo ora...

Mi sono annoiato così tanto che mi è toccato di mettermi a lavorare..

venerdì 28 gennaio 2011

Controintuitivo

Gli alberi sono grandi, l'erba è piccolina
(però un ettaro di prato produce la stessa quantità di ossigeno di un ettaro di bosco)

giovedì 27 gennaio 2011

Della bellezza dei luoghi

Abito nel posto più bello del mondo. E non me ne sono mai allontanato troppo, quantomeno non per molto tempo, quindi mi manca la "prova provata" di quanto sto per affermare.

Ritengo che si possa vivere felici anche in posti meno belli di questo. Anzi, credo che se sei felice, qualsiasi posto sia bello.

Comunque ho la certezza della situazione opposta: vivere in un posto bello non ti impedisce di essere infelice.

mercoledì 26 gennaio 2011

Flow chart

Devo chiarire un particolare, perchè temo che ciò possa risultare non evidente a chi legge questo blog: io sono una persona molto organizzata.

Lo so, da quello che racconto sulla manutenzione della mia casa, questo potrebbe sembrare non vero, ma la realtà è che nulla è lasciato al caso e fatto con improvvisazione. La cadenza stessa degli intervalli di pulizia è un esperimento atto a verificare quanto ci sia di necessario e di superfluo nelle attività casalinghe. Ad esempio ho dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che è possibile vivere in tranquillità e salute anche se non si rifà il letto tutti i giorni. E anche se non si cambiano le lenzuola per più di due settimane, per altro.

Quando però decido che è arrivato il momento di intervenire, lo faccio con impegno e metodo. Ad esempio, se devo pulire la cucina, procedo in questo modo: libero il tavolo, per poterlo usare come punto d'appoggio per piegare i panni, che stanno sullo stendino in parte alla stufa (nel frattempo, in genere, la lavatrice sta processando un nuovo carico), poi, dopo aver messo le seggiole sul tavolo comincio le pulizie vere e proprie, partemdo dall'alto, spolverando tutte le superfici. Arrivato al livello dei piani di lavoro mi metto a lavare i piatti, poi i fornelli eccetera, in seguito passo la scopa, l'aspirapolvere e lo straccio sul pavimento. Nel tempo in cui il pavimento si asciuga vengono pronti i panni da stendere, e con questa operazione si conclude il procedimento (ah, sì, rimetto a terra anche le sedie, ma questo era scontato).

Questo modo di procedere è assai ottimizzato: le operazioni sono svolte in una successione tale da non rovinare quelle appena effettuate, in modo che il risultato finale sia impeccabile.

Ciò, purtroppo, non è applicabile a tutti gli ambienti. La pulizia del bagno mi pone di fronte ad un grosso problema: se mi faccio la doccia e poi pulisco il bagno mi ritrovo sudato, e ciò non è bello, se faccio la doccia dopo aver pulito il bagno rovino il lavoro appena fatto.

Fino a che non sarò riuscito a dare una risposta soddisfacente a questo dilemma, il bagno dovrà attendere.

martedì 25 gennaio 2011

Interpretazioni

Anche l'assenza di risposte è una risposta.

(update: è strano come i messaggi in bottiglia arrivino spesso sulla spiaggia giusta)

lunedì 24 gennaio 2011

Soul food

E' facile facile: si prende un petto di pollo, lo si taglia a tocchetti piccoli, si infarina e si fa saltare nel burro caldo. A piacere, a fine cottura, si può può bagnare con del succo di limone, o d'arancia, o del marsala o qualsiasi altra cosa di vostro gusto, per fare un po' di cremina assai piacevole da raccogliere con il pane.

Non è nulla di eccezionale, ma è uno dei piatti che mi preparava mia nonna, le rare volte in cui ero a mangiare da lei, e mi sembra sempre che ci sia dentro un po' della sua infinita tenerezza.

domenica 23 gennaio 2011

Ricorrenze

Oggi è il compleanno della "Settimana Enigmistica"

(per me, il massimo dell'arroganza è fare le parole crociate senza schema a penna)

sabato 22 gennaio 2011

Dei corsi e ricorsi

Perdonatemi: lo so che non se ne può più del Ruby-gate, però sono stato colpito da un pensiero inquietante.
Stavo leggendo, come capita spesso, Wikipedia, e tra le voci in evidenza c'era quella relativa ad Antonio Gramsci, di cui ricorre oggi l'anniversario della nascita.
Ovviamente nella voce c'è un riferimento all'omicidio Matteotti, avvenuto poco dopo l'elezione al parlamento di Gramsci. Lo scandalo seguito all'avvenimento rischiò di far cadere il governo di Benito Mussolini, che all'epoca manteneva una parvenza di costituzionalità, paradossalmente invece diede la spinta definitiva all'instaurazione della dittatura fascista.

Ecco, non vorrei che le cose andassero nello stesso modo anche adesso, e i proclami del nostro attuale pdc mi preoccupano molto. Se succedesse, comunque, non sarebbe che la conferma di quanto diceva Hegel: tutti i grandi fatti e i grandi personaggi della storia si presentano due volte. E della chiosa di Marx: la prima come tragedia, la seconda come farsa.

giovedì 20 gennaio 2011

Segregazioni

Sommersi dalla ruby-ondata, in questi giorni è difficile trovare sui quotidiani on line altre notizie, però, quando il disagio e la vergogna per il pdc e i suoi sodali raggiungono il punto di saturazione, ci si può ritrovare anche a leggere altro. Tipo questo. Ma non aspettatevi nulla di consolatorio: da qualche punto di vista è pure peggio. Sono storie di gente che cerca il suo angolino tranquillo e protetto per vivere, che cerca salvezza per sè e per i propri cari, quelli che stanno fuori si arrangino.
Non illudetevi troppo. Da tutti i punti di vista, siamo sulla stessa barca. Prima capirete (e capiremo) che ci si salva tutti assieme o non ci sarà salvezza per nessuno, e meglio sarà.

Dei nomi delle cose

Lap dance e pole dance non sono affatto la stessa cosa.

martedì 18 gennaio 2011

Previsioni

Scommetto una birra che il signor b. la sfanga anche questa volta...

lunedì 17 gennaio 2011

Dei passatempi

Dire che a mia madre piace sciare è estremamente impreciso.
Dire che mia madre vive per sciare è probabilmente un'esagerazione, ma si avvicina alla verità molto più dell'affermazione precedente. Fate conto che adesso, mentre sto scrivendo, avendo lei compiuto 74 anni pochi giorni fa, è in settimana bianca.
Mia madre ha anche l'animo dell'evangelizzatrice. Se c'è qualcosa che a lei piace deve assolutamente cercare di condividerlo con il mondo intero. Il mondo è grande e affollato, e qualche volta difficilmente raggiungibile, ma i figli sono molto più a portata di mano, per cui va da sè che io e le mie sorelle abbiamo dovuto frequentare le piste innevate fin dalla più tenera età.
Un altro tratto della genitrice (non suo peculiare, ho scoperto che è abbastanza comune nelle persone della sua generazione) è l'avversione per lo spreco. Nello specifico dello sci, la cosa era così declinata: abbiamo pagato per gli impianti di risalita e adesso si scia a qualsiasi costo. Una tempesta di neve con trenta gradi sotto lo zero non era ragione sufficiente per abbandonare l'impresa.
Messe così le cose, non è difficile capire come mai io abbia sviluppato una certa avversione per questa attività. Ciò, ovviamente, è stato causa di tensioni e mutismi risentiti. Diciamo che lei ha incassato con maggiore tolleranza il mio rifiuto a partecipare alla messa domenicale, tanto per capirci.
Però per imparare ho imparato, e se sciare è il modo per passare una giornata insieme a persone piacevoli con le quali sarebbe difficile trovare altre occasioni lo faccio volentieri, come è successo oggi.
Solo, per favore, non diteglielo.

domenica 16 gennaio 2011

On sale

Ho abbandonato il dorato mondo dell'impiego a tempo indeterminato per le gioie della libera professione.
Forse, però, era meglio se prima imparavo a vendermi.
(Come diavolo si scrive un curriculum?)

sabato 15 gennaio 2011

Compensazioni

Non mi piace raccogliere le olive, ma bisogna ammettere che riserva alcune soddisfazioni:

giovedì 13 gennaio 2011

Incompletezza

La legge sul "legittimo impedimento" è parzialmente incostituzionale.

Sono parzialmente contento.

mercoledì 12 gennaio 2011

Incastri

Del mio rapporto con gli indumenti ho già avuto modo di parlare, ma riassumo per gli smemorati: li uso finchè non sono costretto ad abbandonarli per causa di forza maggiore. Per micragnosità, soprattutto, ma anche perché non vedo il motivo di cambiare qualcosa che svolge perfettamente la sua funzione, che, nel caso del vestito, è quella di proteggermi e/o tenermi al caldo.
La giacca a vento che sto usando adesso è stata comprata in saldo un tot di anni fa, e la tengo anche se un incauto contatto con una stufa (non la mia, lei mi ama troppo per farmi di questi dispetti) ha prodotto una bruciatura sulla manica, vicino al polsino.

(Tra parentesi: essa è un esempio vivente di come due cose furbe, combinate assieme, possano portare a risultati infelici. La tasca "interna", quella all'altezza del petto, è in realtà accessibile dall'esterno, tramite una cerniera verticale posta tra la cerniera principale della giacca e la patella di protezione della medesima; ciò è furbo perchè permette di avere l'imbottitura interna intercambiabile e anche perchè così è possibile prendere il portafogli senza aprire la giacca, che nelle giornate fredde è un bel vantaggio. La cerniera della giacca ha un "bacioccolo" attaccato al carrello, che è una cosa furba perchè permette di manovrarla anche con le mani guantate. Il risultato, però, è che spesso il bacioccolo entra nella tasca alta, e viene chiuso dalla cerniera di quest'ultima)

Questa giacca ha seriamente rischiato di essere eliminata qualche anno fa, perchè la cerniera di chiusura si era rotta. Un amico merciaio, mio omonimo, mi ha al tempo consigliato di recarmi da qualche suo collega nella mia zona (lui, purtroppo, è piuttosto fuori mano per me), che spesso sono in contatto con qualcuno in grado di sostituire la cerniera a prezzi ragionevoli, ed in effetti così è stato (molto ragionevoli, neanche un decimo di quanto sarebbe costata la giacca nuova, che sono stato fortemente tentato di lasciare una mancia, se non fosse cosa contrarissima ai miei più sacri principi).

Che io ricordi questo aneddoto non è strano, conoscendomi, ma mi ha stupito il fatto che, in una recente mail, anche il mio amico abbia dimostrato di ricordarsene.

Ed ancora più strano il fatto che, il giorno dopo, la cerniera si sia rotta di nuovo.

lunedì 10 gennaio 2011

Tazze

Non amo lavare i piatti, quindi mi risolvo a farlo quando un qualche articolo è esaurito.
Di solito le prime a terminare sono le tazze per la colazione: posate, piatti e bicchieri ce ne sono un'infinità, tra quelli che già erano in questa casa e quelli che ho portato io, tazze invece solo 4.
Il che non era poi un grosso problema: in realtà ci sono solo tre pentolini per scaldare il late, per cui comunque finivano prima loro. Nei periodi di peggiore pigrezza sono arrivato a risciacquare velocemente un pentolino per usare anche l'ultima tazza (chissà perchè: sciacquare il pentolino per riusarlo lo posso fare, sciacquare la tazza invece no).
Ultimamente le tazze sono diventare tre, e poi due, per incidenti domestici, e la frequenza di lavaggio piatti è diventata veramente fastidiosa. Giorno sì e giorno no, un incubo.
Così sono andato all'ikea (è l'unico posto dove ne trovo di abbastanza grandi) e ne ho comprate altre sei.
Adesso non mi resta che procurarmi un lavandino più grande, e sono a posto.

domenica 9 gennaio 2011

Cartoni animati

No, dico, ma lo avete mai visto "Dragon Trainer"?

venerdì 7 gennaio 2011

Delle varianti in corso d'opera

Dalla preparazione degli gnocchi è avanzato un consistente quantitativo di gorgonzola, quindi ho scongelato il filetto di maiale per fare le scaloppine. La ricetta era sul vecchio blog, ormai cancellato, per cui riassumo: si affetta la carne, la si infarina, la si passa in padella con il burro, si sfuma con il marsala e poi si aggiunge il gorgonzola sciolto nel latte.
Il problema è che ero in vena di cucinare, quindi mi sono dedicato al recupero della ricetta di un dolce che una sorella di mia nonna era solita preparare, ma il cui segreto si è portata nella tomba. L'esperimento non è riuscito benissimo, mi riservo quindi di comunicarne i dettagli quando il risultato si avvicinerà maggiormente alla memoria conservata dalle mie papille, ma sta di fatto che nel processo ho utilizzato tutta la farina che avevo in casa.
Ho provato ancora a fare le scaloppine senza farina, non mi vengono troppo bene, allora, con il contributo del pargolo ho studiato una variante.
Ho lasciato intero il filetto e l'ho saltato nell'olio, rigirandolo spesso, per circa una ventina di minuti, poi l'ho salato e sfumato con il marsala e dopo che questo è evaporato l'ho affettato, disposto nei piatti e ricoperto con il gorgonzola sciolto.
Se la carne al sangue vi piace (la parte centrale è rimasta piuttosto cruda) è un'alternativa interessante.

mercoledì 5 gennaio 2011

Ridi, ridi, che la mamma ha fatto i gnocchi

E anche se li ha fatti il papà, va bene lo stesso...

Si lessano le patate

Si sbucciano

Si schiacciano

Si aggiunge la farina e si impasta


Si fanno le bisce e si tagliano



Conditi con il sugo più semplice del mondo: gorgonzola sciolto a fuoco lento con pochissimo latte

martedì 4 gennaio 2011

Jet lag

Il mio ritmo circadiano è piuttosto strano: le mie giornate durano circa 25 ore, se non ho impegni che mi costringano a sincronizzare la sequenza sonno - veglia con quella dell'umanità circostante, il mio fuso orario si sposta verso ovest di milleseicento chilometri al giorno.
Poi succede che gli impegni all'improvviso ricominciano, e tocca di riallinearsi.

Più o meno è come se fossi tornato dalla California. Per favore, tenete le luci basse ed evitate i rumori eccessivi.

lunedì 3 gennaio 2011

Ma è così difficile? (Invoice's rant)

Ottobre 2010: l'Enel mi invia la fattura di conguaglio dei consumi. Risulta che li hanno lievemente sovrastimati, per cui mi devono un tot di soldi. Dato che non ho effettuato la domiciliazione delle bollette (e quindi loro non sanno qual è il mio conto corrente) l'importo verrà detratto dalle successive fatture.
Gennaio 2011: arriva la successiva fattura, il cui importo è comodamente coperto dal credito, ma non viene fatta alcuna menzione al riguardo, c'è anzi allegato il bollettino per effettuare il versamento ed è indicata la data limite entro il quale effettuarlo.

Lievemente confuso telefono al servizio clienti. La confusione aumenta leggermente dopo il primo impatto con il loro menù automatico di smistamento delle chiamate, ma già al secondo tentativo riesco a parlare con un operatore, il quale mi informa che sì, è giusto così, la bolletta arriva come se fosse da pagare, ma non la devo pagare perchè sono a credito.

Ho evitato di riempire di improperi il malcapitato, perchè ovviamente non ha alcuna voce in capitolo e per quanto riguardava il suo ambito è stato rapido, preciso e gentile, ma una cosa del genere mi fa incazzare parecchio.

Il "sistema di fatturazione" dell'Enel non può non essere a conoscenza del fatto che il cliente vanta un credito nei loro confronti: se così fosse sarebbero costretti ad un intervento manuale per capire come mai alcune fatture non vengono pagate ed altre vengono pagate solo parzialmente, e gli interventi manuali sono estremamente costosi.

Tu non puoi mandare una fattura a qualcuno, sapendo di essere in debito con questo qualcuno, senza fare alcuna menzione di questo. Se lo fai è perchè speri che dall'altra parte si siano dimenticati, e ti paghino così un'altra volta.

Perchè non credo che sia così difficile aggiungere alla fattura un paio di righe in cui si dice: il tuo credito era X, la presente fattura è Y, per cui il credito residuo è Z (oppure ci devi dare Z) e stampare il bollettino allegato con importo Z nel caso in cui sia dovuto.

E se invece secondo voi è difficile, no problem: mi assumete e lo faccio io. E' il mio mestiere, in fondo.