Piatto (piatto?) tipico modenese. Praticamente dei piccoli panini da farcire, una pietanza adatta a un pigro pomeriggio, da accompagnare con del frizzante lambrusco (che non è che mi piaccia assai, ma in questo caso è molto adatto).
Si impasta la farina con acqua, strutto (125 grammi di strutto per mezzo kg di farina, dice la ricetta, io ne metto un po' di meno), lievito e sale qb. Si lascia lievitare, poi si formani delle palline di una quarantina di grammi che si lasciano riposare un altro po' poi si schiacciano leggermente e si cuocciono nell'apposita tigelliera. Una cosa fatta più o meno così:
Una volta cotte vanno servite ancora calde. Ciascun commensale, a rischio dei propri polpastrelli, dovrà sezionarle per farcirle con prosciutto crudo, pancetta, coppa, salame o, più tradizionalmente, con il pesto di lardo (un battuto di lardo, rosmarino e aglio) successivamente spolverato di parmigiano grattuggiato.
Quanto alla tigelliera: non è per nulla facile da trovare al di fuori dell'area geografica in cui tradizionalmente è preparato questo piatto, io ne ho ricevuta una in dono e ne sono assai contento. Anche per molte altre cose, in verità.