lunedì 30 marzo 2009

Supermercato

Oggi, nell'ordine, ho protestato per il malfunzionamento delle bilancie pesa verdura, non ho messo il prezzo al salame e ho dimenticato alle casse il pacchetto dello speck. Non c'è da stupirsi che, accortomi di non aver comperato il latte, non sia tornato dentro...

domenica 29 marzo 2009

Tessiture

Guardo i lavori della mia stanza e potente emerge il parallelo con Penelope.
Ma chi saranno mai i Proci da cui mi sto difendendo?

mercoledì 25 marzo 2009

Ex casa

E' il posto dove ho passato la maggior parte della mia vita, ho abitato lì per quasi vent'anni. Manco da un po', ma la mano ancora ricorda che, per far girare la serratura, occorre estrarre millimetricamente la chiave dalla toppa. Tutto è come prima, eppure il posto mi è estraneo, non sento affetti, gli oggetti che vedo non risvegliano in me particolari ricordi, non provo alcuna sorta di emozione.
Come se una casa fosse solo una macchina per abitare, un semplice riparo dalla pioggia e dal freddo, un contenitore per le nostre cose. Una volta smesso di usarla nulla di noi rimane lì, resta solo un guscio vuoto.

martedì 24 marzo 2009

La fortuna è cieca...

...ma la sfiga ci vede benissimo...

Settimana scorsa buco una gomma. La porto dal gommista che mi dice di non poterla riparare subito e allora glie la lascio lì.
Stasera ho bucato di nuovo. Sono appiedato.
Porca p...

sabato 21 marzo 2009

Ricco

Quando guardo la catasta di legna tagliata quest' inverno, credo di riuscire a capire cosa prova Paperon de' Paperoni mentre contempla le monete del suo deposito

Nona puntata

Però a p c'è un lago. Meglio: a p c'è il Lago. E' pur vero che l'articolo determinativo pur in assenza del suo nome proprio e la maiuscola che si avverte anche nel parlato scompaiono già a breve distanza dalle sue coste, ma lì è lui il protagonista.I sagaci amministratori non hanno lesinato sforzi nell'intento di massimizzare (orribile termine, ma è certo che fosse esattamente quello utilizzato da tali signori, quando pensavano a simili argomenti) il ritorno economico del lago: lo hanno cementificato ben oltre ogni ragionevole limite, vi hanno scaricato camionate di sabbia e ghiaia per ampliare le anguste spiagge, lo hanno usato per anni come destinazione ultima degli scarichi fognari (e avrebbero continuato a farlo se una legge non gli avesse imposto il conferimento dei suddetti al depuratore consortile). In preda ad un manifesto complesso di inferiorità hanno provato in ogni modo a mortificarlo, svilirlo, desertificarlo, però lui ha sopportato tutto e continua a regalare, con inesauribile prodigalità, il suo refrigerio estivo e il suo tepore invernale. Per ciascuno ha un'attenzione diversa: ospita colonie di anatre e qualche cigno per la gioia e lo stupore dei bambini; in combutta con il sole prepara venti costanti, a volte leggeri altre molto meno, in modo che velisti, windsurfer e kitesurfer possano giocare con le suo onde, si lascia pazientemente frullare dalle potenti eliche degli inutili motoscafi. Organizza mattinate brumose per aiutare le persone introspettive e si incendia in gloriosi tramonti durante i quali è piacevole camminare mano nella mano con le persone care. Ai meno pigri offre qualche piccola spiaggetta, appena fuori dall'abitato, ombreggiata dai salici piangenti per una discreta intimità e i suoi pesci sono ragione di soddisfazione e di interminabili racconti (il più delle volte enfaticamente esagerati) per i pescatori della domenica.

venerdì 20 marzo 2009

Shampoo

Era finito, e allora ho lavato i capelli con il sapone. Ho fatto male?

lunedì 16 marzo 2009

Razionalità

Passo le giornate sviluppando programmi, demolendo intonaci o sezionando piante. Nei brevi (ma anche no) momenti di pausa da queste amene attività mi aggiro nella rete virtuale, seguendo l'impulso del momento o qualche puntuale curiosità. Lo schema tipico è che io girelli più o meno a caso, tra siti più o meno conosciuti, con un livello di attenzione sul medio-basso, finchè magari non incontro qualcosa che stimola ad un maggiore approfondimento.
In uno dei luoghi che frequento con più assiduità trovo una citazione a riguardo di una cura non convenzionale per i tumori. Il giudizio è netto: è una menzogna (a margine, il medico che pratica questa specifica cura è stato effettivamente condannato per truffa e radiato dall'ordine dei medici).
Incuriosito provo a documentarmi più approfonditamente: il "medico" (tra virgolette perchè non può più legittimamente fregiarsi di questo titolo) vanta una serie di risultati positivi, un altro medico (e del fatto che lo sia ho solo la sua parola) contesta puntualmente tutti i dati forniti dal primo. Ad esempio, in un caso il "medico" afferma che le metastasi polmonari sono scomparse a seguito della sua terapia, portando come prova due immagini tac, prima e dopo, il secondo medico fa notare come queste due immagini si riferiscano a due diverse posizioni del torace del paziente, e che quindi il fatto che la seconda non evidenzi alcuna "macchia" non è affatto significativo. Le immagini sono lì da vedere. Io so come funziona una tac, mi è capitato anche di vederne qualche referto ma non posso assolutamente essere considerato un esperto nel ramo, eppure, tra le due versioni non esito ad essere convinto dalla seconda.
Per quanto sia convinto di essere una persona razionale, devo ammettere che questo mio convincimento è molto più epidermico: non avrei gli strumenti culturali per confutare le affermazioni del "medico" e la mia capacità di comprendere le argomentazioni del secondo è estremamente labile e potrebbe essere smontata senza eccessive difficoltà. Eppure, di nuovo, resterei estremamente scettico di fronte al "miracolo" (e "scettico" è solo un eufemismo).
E mi domando quale sia il background, quale sia la cosa che mi spinge a propendere per una versione piuttosto che per l'altra. Sbrigativamente la si potrebbe definire "buon senso", ma è una riflessione che mi lascia insoddisfatto.

sabato 14 marzo 2009

Work in progress

Si dice così quando il progetto non è definito a priori ma viene elaborato in contemporanea con l'avanzamento dei lavori. Qui è decisamente così. Si aggiunga che lavoro per me, quando ne ho voglia e/o tempo, e così faccio quanto più mi garba in quel momento. Ad esempio ho provato ad intonacare la zona in cui erano spuntati i mattoni, e la cosa è venuta così:

Da vicino è ancora meno bella, ma posso accontentarmi. Oggi ho avuto anche un aiutante speciale, che ha proseguito il lavoro di demolizione del vecchio intonaco:

E un'altra aiutante, che ha contribuito secondo le sue capacità: non è stata zitta un attimo...

martedì 10 marzo 2009

Incazzature

Ho traslocato.
Ho chiesto che mi venisse installato il telefono fisso.
All'atto della stipula del contratto mi è stato chiesto se volevo che il numero di telefono fosse pubblicato sull'elenco, ho risposto che lo volevo pubblicato ma con l'indicazione del rifiuto della pubblicità telefonica.
Ho appena verificato: il numero non è ancora disponibile sugli elenchi on line.

E allora come mai ho già ricevuto una chiamata pubblicitaria?

lunedì 9 marzo 2009

Se telefonando...

Era il mio lavoro di "prima". Non telefonare: fare in modo che le persone potessero telefonarsi. Prendere in mano il microtelefono (familiarmente chiamato "cornetta"), comporre un numero e mettersi in contatto con altre persone.
Al giorno d'oggi la cosa è più che banale, è ormai obsoleta (il telefono fisso è in via di estinzione, e quelli che restano hanno completamente cambiato la tecnologia di supporto, abbandonando la trasmissione del suono tramite la modulazione della corrente), però c'è stato un tempo in cui le cose erano ancora più rudimentali: non era il cliente, tramite un disco o una tastiera, a comporre il numero da chiamare, ma era un operatore, più spesso un'operatrice, a spostare fisicamente i cavi per mettere in contatto due telefoni. A grandi linee la cosa funzionava così: quando si sollevava la "cornetta", al tavolo dell'operatrice suonava un campanello e si accendeva una lucetta in corrispondenza di una determinata presa; l'operatrice infilava un connettore in questra presa, mettendosi così in contatto con chi aveva richiesto il collegamento; il cliente diceva a chi voleva telefonare e successivamente l'operatrice individuava qual era la presa dell'utente richiesto, la collegava a quella del richiedente e mandava al ricevente una corrente alternata in modo da fargli squillare il campanello.
Era un sistema piuttosto complicato, che inoltre si poteva prestare a qualche abuso: se il cliente richiedeva di essere messo in contatto con una determinata attività commerciale, l'operatrice poteva essere istruita a dirottare tutte queste chiamate verso un concorrente. Sembra che proprio questa sia stata la molla che ha spinto il signor Strowger ad ideare il primo sistema di commutazione automatica, un selettore a sollevamento e rotazione, comandato direttamente dal telefono chiamante, che permetteva nelle prime versioni di instradare la comunicazione verso 100 telefoni: proprietario di un'agenzia di pompe funebri, era costantemente danneggiato nella sua attività perchè una delle operatrici della locale centrale telefonica era moglie di un suo concorrente, al quale indirizzava tutte le chiamate a lui dirette.
Mi sono sempre chiesto come mai una persona dotata di un ingegno e di una fantasia decisamente non comuni sia finito a occuparsi di bare...

martedì 3 marzo 2009

Intervallo

Quando ancora il mondo era giovane e ingenuo, la televisione ogni tanto non sapeva cosa trasmettere e allora metteva su una musichetta. Questa: (Toccata di Pietro Domenico Paradisi)


Musichetta che accompagnava alcune fotografie di paesi italiani. Visto che sono altrimenti impegnato, vogliate gradire la mia personale selezione:

Gaino

Monte Pizzoccolo e monte Castello

Monte Baldo
(immagini scattate il 26/12/2008)

lunedì 2 marzo 2009

A gentile richiesta

Qualche fotografia della stanza nello stato attuale...Che a vederla da quella parte sembra quasi normale, il brutto è dall'altra...


Dietro al camino anche l'ultimo strato di intonaco si è staccato, e sono arrivato ai nudi mattoni


Dicevamo degli scarabocchi: ecco il particolare, sulla sinistra della finestra:
Insomma, mi attende un lavoro abbastanza impegnativo. Se non mi faccio sentire per un po' sapete il perchè...