La felicità, nel mondo, non è una quantità fissa. Non ce n'è un tot da dividere tra tutti gli esseri umani, per cui se qualcuno ne ha tanta ci deve essere qualcun altro che ne è privo. La felicità funziona al contrario: più le persone sono felici e più sono disposte a essere gentili con le altre, in un circolo virtuoso che si autoalimenta.
Bisognerebbe essere contenti della felicità altrui.
Oggi solo una parola:
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YUPPPIIIIIIII!
e non ditemi "ma è l Emilia Romagna", non voglio sentire! Non oggi!
1 settimana fa
ma l'animo umano è predisposto a ciò? va bene esser felici per gli altri , ma a patto che ci sia una speranza anche per noi, di felicità... altrimenti è impossibile ... (religiosi a parte ovvio) M
RispondiEliminacerto. il discorso è (sarebbe) che se gli altri sono felici è più facile che anche noi si possa esserlo. siamo necessariamente un po' egoisti, ci interessa soprattutto il nostro bene, la configurazione migliore è quando il nostro bene coincide con quello degli altri.
Eliminaè esattamente così
RispondiEliminae bisogna autoeducarsi ed educare i propri figli alla mancanza di invidia
se si è felici, si è gentili
se qualcuno mi rende felice, io faccio altrettanto con lui
la gioia degli altri deve essere di stimolo a fare meglio anche noi (Sogno)
non so se è "esattamente così". spero lo sia. mi piacerebbe lo fosse.
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