Post lungo, mettetevi pure comodi. Proprio non è possibile condensare ulteriormente l'argomento, già così siamo a rischio di dire delle grosse imprecisioni.
E se continuo con i preamboli, diventa ancora più lunga...
Allora, partiamo da lontano. Anche se per vederlo dobbiamo avvicinarci molto, perchè stiamo parlando di una cosa molto molto piccola: il DNA.
Spero che voi sappiate già di cosa si tratta, perchè io, dato lo spazio a mia disposizione, non posso andare oltre un "la molecola che contiene tutte le informazioni della vita". Per fare un paragone che a me risulta molto congeniale, potremmo dire che il DNA contiene (è) il programma che dice alla macchina cellula come deve funzionare. La cosa che non quadra in questo esempio è che il programma del computer non costruisce il computer, mentre il DNA contiene anche le informazioni su come la cellula si deve "costruire", ma non stiamo qui a sottilizzare.
E' davvero molto piccolo, e praticamente impossibile da vedere, però gli scienziati, facendo ricorso a tecniche molto sottili e fantasiose, sono riusciti a ricostruirne la struttura. Ne è risultata un lunga doppia elica, in un filamento è collegato all'altro tramite delle basi azotate. Queste basi sono quattro, hanno quattro nomi diversi ma in genere e per brevità vengono indicate con la sola iniziale del nome: A, T, C, G. Una delle particolarità che possiedono è quella di potersi legare solo a coppie fisse, A con T e C con G, e questa cosa è estremamente utile, perchè quando l'elica si svolge, separandosi in due filamenti singoli, attaccato a ciascuno di questi filamenti si ricostruisce pezzo per pezzo un filamento identico a quello appena separato, e il DNA si ritrova ad essere duplicato, pronto per dare inizio a una nuova cellula.
Questo, ovviamente, nel caso in cui funzioni tutto a puntino, il che succede il più delle volte ma non sempre.
E se qualcosa va storto? Quali sono le conseguenze?
Beh, se le cose vanno molto storte il DNA risultante non funziona, e la cellula muore, però le cose possono andare storte solo un po', anche perchè bisogna sapere che la parte importante del DNA, quella che contiene il programma di cui abbiamo parlato in precedenza, è solo una piccola frazione del totale, circa l'uno percento, e se la variazione va a interessare una parte "non codificante" c'è la probabilità che la cellula lavori esattamente come prima. Qualche volta capita anche che la cellula non lavori esattamente come prima, ma possa comunque vivere, e addirittura vivere meglio, ma ciò accade veramente di rado e non è quello di cui volevo parlare adesso (ce n'è già abbastanza così, come state cominciando ad accorgervi).
Allora, riassumiamo aggiungendo qualche dettaglio: il DNA umano è costituito da circa tre miliardi di basi, e continua a duplicarsi, e in queste duplicazioni commette degli errori. Se "l'errore" è incompatibile con la vita, amen, altrimenti resta dov'è, e viene passato agli eventuali figli, perchè da quel momento in poi diventa a pieno titolo parte del DNA. Per i discendenti sarà la medesima cosa: il loro DNA si duplica, si introducono piccoli errori, questi errori si trasmettono.
Poi, a un certo punto, uno dei discendenti comincia a pensare di voler andare a vivere in un posto diverso. Lui e la sua famiglia (quindi gente che ha un DNA molto simile tra di loro, e leggermente diverso da quello degli altri) si spostano in un altro territorio, lo colonizzano e si moltiplicano. Anche quest'ultimo gruppo svilupperà delle piccole variazioni, ma tra di loro saranno comunque più simili, più omogenei rispetto all'eterogeneità della popolazione di partenza (la quale, anche lei, continuerà a generare nuove varianti).
Se immaginiamo questo processo ripetuto continuamente per migliaia di anni, avremo sott'occhio il percorso compiuto dall'umanità.
Adesso arriviamo ai giorni nostri, e immaginiamo che qualche scienziato particolarmente fantasioso trovi il modo di andare a leggere il DNA, magari non tutti i tre miliardi di mattoncini, solo una mezza milionata o giù di lì, però sparsi lungo tutta l'estensione della doppia elica, e localizzati in posizioni che si sono scoperte molto variabili da un individuo all'altro. Se noi prendessimo un po' di persone per ciascun gruppo di popolazioni del mondo, e sottoponessimo il loro DNA a questo esame, potremmo trovare qual è il gruppo più antico (sarà quello con al suo interno il numero maggiore di variazioni) e quali i più "giovani", e potremo ricostruire qual è stato il percorso seguito dall'umanità nella colonizzazione del pianeta terra.
Questi scienziati molto fantasiosi in effetti esistono, il metodo è stato trovato ed utilizzato, e il DNA delle varie popolazioni è stato testato in un programma di ricerca (Human Genome Diversity Project, in seguito ostacolato perche in odore di "razzismo scientifico", ma adesso non divaghiamo) e il percorso tracciato dall'uomo è stato ricostruito, a grandi linee: è partito dall'Africa, si è spinto in Medio Oriente e da lì si è diviso verso l'Europa e verso la Cina, poi una parte di questi è arrivata nelle Americhe, probabilmente attraverso lo stretto di Bering in secca durante una glaciazione.
E adesso veniamo al titolo del post: si dice luogo comune un'affermazione genericamente ritenuta vera dalla gran parte delle persone ma che alla prova dei fatti si rivela inconsistente. Il luogo comune su cui volevo attirare la vostra attenzione, in questo caso, è: "i negri sono tutti uguali".
E' falso: tra tutte le popolazioni sono quelli con la maggiore varietà di DNA. Sono i nostri grandi genitori.
Oggi solo una parola:
-
YUPPPIIIIIIII!
e non ditemi "ma è l Emilia Romagna", non voglio sentire! Non oggi!
4 giorni fa
Eheh, essendo del mestiere ho letto rapidamente e senza difficoltà. Per i bianchi, i neri e i gialli sono tutti uguali; per i gialli, i bianchi e i neri sono tutti uguali; e così via... non è genetica e non è nemmeno razzismo, è solo "pigrizia" che alla prima occhiata ti porta a vedere esclusivamente una cosa (colore della pelle/taglio degli occhi.
RispondiEliminaIl mese scorso ero con un gruppo di 6 donne inglesi e a prima vista facevo fatica a distinguerle (tutte con gli occhi azzurri, tutte con la pelle chiara, tutte di corporatura media. Ovviamente dopo una giornata insieme le avevo identificate tutte, ma se le avessi semplicemente viste passare per la strada mi sarebbero sembrate "tutte uguali".
Credo che il fatto che l'uomo sia nato in Africa si potesse già dedurre dal ritrovamento degli scheletri dell'uomo primitivo anche se, in effetti, lo studio del DNA dà informazioni più precise sulle migrazioni, mentre datare scheletri diversi in posti diversi non aggiunge informazioni. Però sono più interessata agli studi sul dna che permettono di comprendere le malattie genetiche e, di conseguenza, di studiarne la cura. Un prossimo post?
RispondiEliminavoodoo dolly: sì, so che sei del mestiere, e mi consola molto che tu non abbia rilevato errori :)
RispondiEliminasogno: vero, che l'umanità si sia originata in africa era un dato già acquisito, ma mi divertiva raccontare la fallacia di un lougo comune, e l'approccio archeologico non sarebbe servito allo scopo. per quanto riguarda la comprensione delle malattie genetiche e l'eventuale cura, sorry, non ci sarà alcun post, non è il mio ramo. però potresti provare a chiedere a dolly :) (anche se non so se sia il suo ramo)