Giovedì scorso sono andato ad assistere a uno spettacolo di Marco Paolini, "La macchina del capo".
Non so se avete mai avuto occasione di vedere Paolini all'opera, fa un teatro minimale, "di narrazione" credo che venga definito: sul palco ci sono solo lui e un musicista che partecipa sporadicamente all'azione, e qualche minimale attrezzo scenico. Sembra di assistere a una cosa informale, alla chiacchierata di qualcuno che racconta delle cose che gli sono successe.
Naturalmente è solo un'impressione: se si rivede più volte lo stesso spettacolo ci si accorge che ogni passagio, ogni pausa, ogni effetto sono frutto di un certosino lavoro di limatura: il massimo della naturalezza raggiunto con il dispiegamento di una notevole sapienza tecnica.
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