mercoledì 7 gennaio 2009

Quinta puntata

A partire dal piccolo nucleo abitato che contorna la piazza, l'espansione urbanisica di p si è sviluppata principalmente verso il lago. Qualche casa affianca la strada che collega il borgo alla statale, un piccolo agglomerato di edifici, comprendente qualche albergo e un centro commerciale, sorge in corrispondenza dell'incrocio e più oltre si estende il fitto alveare delle villette a schiera di ultima costruzione, quasi tutte seconde case, in massima parte vuote per cinquanta settimane all'anno, un'orgia di spreco di cemento e laterizi vari. Più in là il lago, con il lido, il porto, la passeggiata, i chioschetti che vendono bibite e gelati e tutto quello che fa "estate".
Poche altre case, mediamente più lussuose, anche se pure queste in gran parte sottoutilizzate, sono state costruite sulle pendici delle ripide colline, per meglio godere del panorama. Un recente progetto di sfuttamento più intensivo di queste zone è rimasto lettera morta, qualcuno dice per la fiera opposizione del comitato nato per difendere la bellezza paesaggistica di p (o per difendere la tranquillità dei primi che erano arrivati a rovinarla, come disse qualche malalingua), in realtà perchè alcuni sondaggi avevano rivelato che il terreno non era particolarmente adatto a sostenere altri fabbricati.
Nella gola scavata dal torrente che bagna p, dove l'antica operosità degli antenati aveva deviato il corso d'acqua in modo da ricavarne una cascatella che andava a dare il movimento ad una serie di magli, sorgeva un tempo la frazione, quattro case abitate dalle famiglie dei fabbri che lavoravano nella fucina. Luogo estremamente tetro, incassato tra ripide pareti di calcare, illuminato dal sole una volta all'anno, tra le 11:59 e le 12:01 nel giorno del solstizio, è stato abbandonato quando l'avvento dell'energia elettrica ha reso inutile andarsi a seppellire in quel posto per poter lavorare. E' stato rioccupato da non molto tempo da uno strano personaggio, a mezza strada tra il matto e l'eremita, che ha ristrutturato con mezzi di fortuna la meno malconcia delle case. Non ha acqua corrente nè energia elettrica ma pare che lui sia contento così.

9 commenti:

  1. mi ricorda l`incipit di un libro che ho letto qualche tempo fa... mmmm ah si! iniziava cosi "Su quel ramo di lago di Como che volge a mezzogiorno..."Ciao scrittore ! Anna

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  2. non mi freghi... l'ho proprio citato, parola per parola, ecco da dove ti viene il ricordo :)

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  3. chi sarà mai costui? per il post di prima (visto che valgono le risposte cumulative spero che valgano anche i commenti cumulativi) non ti sarai mica tenuto la stufa nel bagagliaio della macchina un mese????

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  4. non è che "valgono" le risposte comulative: non c'è alternativa... no, la stufa non l'ho tenuta nel bagagliaio un mese, questa volta me la sono fatta consegnare a domicilio :)

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  5. ciao
    contenta di ritrovarti con questo spirito di scrittore

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  6. buongiorno, sono passata a trovarti... non ho ancora letto tutto ma non capisco il perchè del trasferimento del blog! ;-(
    un sorriso
    sissi

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  7. anonimo che più anonimo di così si muore: cio anche a te

    valbi: spero ti piaccia quanto hai letto :)

    sissi: un sorriso anche a te, ma perchè il trasferimento dovrebbe farti piangere?

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  8. il trasferimento fa penare perche` e` scomodo e in verita` ci sono meno possibilita` di contatto che nell` altro.. a proposito perche` libero ti dava cosi fastidio? Anna

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