domenica 19 dicembre 2010

Riciclo

Il bello di avere cancellato un blog è che puoi ripubblicare vecchi post.
Oddio, si potrebbe fare lo stesso: dubito che i pochi lettori si ricordino tutte le cose che ho scritto, e penso che nessuno si metterebbe a compulsare gli archivi alla ricerca di doppioni. Del resto anche i cantanti, spesso, se ne escono con qualche raccolta di vecchi successi, quindi mi sento pienamente giustificato.
In famiglia si chiamano "scaloppine alla siciliana", perchè introdotte da uno zio acquisito che da lì proviene (una siciliana doc, nel precedente blog, disse che effettivamente le ricordavano molto l'arrosto alla panormita, anche se con alcune varianti). La ricetta originale prevede l'utilizzo di fettine di vitello, io preferisco usare il filetto di maiale, tenero e saporito.
Dopo aver affettato la carne la si unge immergendola nell'olio, poi la si impana con un miscuglio di pangrattato, grana grattuggiato, prezzemolo e aglio (diciamo che le proporzioni sono, spannometricamente, due terzi di pane e un terzo di formaggio, prezzemolo e aglio a piacere, ma se si esagera un pochetto con l'aglio non è male). Si cuoce poi in padella, praticamente "a secco" e a fuoco lento. Lasciare intiepidire prima di mangiare: sono buonissime, se le si porta in tavola bollenti si rischia di far ustionare la bocca ai commensali.

I cantanti, nelle loro raccolte di "Greatest Hits", per invogliare all'acquisto anche i fan di vecchia data, inseriscono spesso qualche inedito, quindi eccovi il mio.

Capponi di magro. Divertente questa cosa di battezzare un piatto in assenza: il cappone, in questa ricetta, brilla proprio per la sua mancanza, un po' come gli "uccellini scappati".
Nella preparazione della precedente ricetta, può accadere che la panatura avanzi; se questo accade non c'è da disperarsi: si aggiunge dell'altro pane e formaggio (per diluire un po' l'aglio), un poco di buccia di limone grattuggiata e uova secondo il bisogno. Con questo ripieno si fanno delle palle, che vengono rivestite con foglie di bietola da coste, sbollentate in acqua salata per renderle malleabili. Si lega il tutto con del cotone da imbastiture (certo, ci sarebbe anche l'apposito spago da cucina, ma io ho il ricordo dei chilometri di cotone usati da mia nonna per preparare questo piatto, e preferisco fare così) e successivamente si lessa il tutto. Nei ristoranti fighetti vengono servite affettate e ripassate in padella con burro e formaggio, a casa mia ci si limitava a cospargerle d'olio.

Buon appetito.

3 commenti:

  1. Le scaloppine me le ricordavo , le avevo anche fatte... però l inedito è eccellente :) M.

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  2. Bravo Eric, è un' idea quella del riciclo... quasi quasi ti copio (come copierò anche le ricette) ;)

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  3. anonima marion: bene, adesso potrai rifarle :)
    dolly: le ricette le copi o le provi?

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