martedì 10 maggio 2011

Lo zen e l'arte di suonare la chitarra

Tra le tante cose che non ho ancora capito (e che probabilmente non capirò mai) c'è il funzionamento della mente umana. La mia, in particolare. Sempre dando per scontato che sia umana, cosa della quale a volte dubito.
Nello specifico, non ho capito come faccio a memorizzare un brano musicale. Se lo suono, partendo dalla prima nota e arrivando all'ultima, tutto bene, se interrompo a metà non c'è verso di riprendere da dove sono arrivato, tocca di ricominciare dal principio. E non devo pensare a quello che stanno facendo le mani, non devo cercare coscientemente la posizione della corda o del giusto capotasto, perchè se provo a farlo, paradossalmente, mi perdo.
Ma non posso neppure pensare a qualcos'altro. Qualsiasi pensiero si intrufoli nella mia mente, che sia sogno, ricordo o progetto, rompe l'incanto e mi fa perdere di nuovo.
Quindi, quando suono, devo pensare unicamente a suonare, ma senza pensarci davvero. La parte razionale e autocosciente della mente deve essere completamente spenta.
Forse è per questo che è così rilassante.

5 commenti:

  1. Uh-oh! Io avevo un approccio analogo con i pistoni della tromba... non imparavo i brani a memoria, ma leggevo gli spartiti. Però le posizioni delle dita venivano da sole, in modo zen, come dici tu!

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  2. voodoo dolly: eh, lo so, sono un maestro di zen involontario
    sogno: in che senso? (non che mi dispiaccia, neh...)

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  3. Sono spariti i commenti anche a te ...
    Avevo letto che volevi sapere in che senso. Intendevo dire che anche mio marito e mio figlio non possono essere interrotti se stanno facendo qualcosa di mnemonico, tipo recitare una poesia. Si arrabbiano da matti perché dicono che devono ricominciare da capo. (Sogno)

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  4. vero, il mio commento di risposta è sparito, io invece ero solo in altre faccende affaccendato :)

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