mercoledì 28 marzo 2012

Invenzioni

C'era una volta un piccolo uomo. Non oggettivamente piccolo, nessuna delle sue dimensioni poteva essere considerata al di sotto della media, era lui che si sentiva piccolo al confronto del grande mondo, povera cosa in balia degli eventi e di forze incommensurabilmente superiori. Gestiva questa sua piccolezza ricavandosi, in un piccolo angolo di universo, una piccola bolla di controllo e di razionalità, un giaciglio dove solo la logica avesse diritto di cittadinanza.
Difendeva questo suo eden privato dall'assalto del caos esterno con le unghie e con i denti, convinto che il minimo cedimento avrebbe portato, alla lunga, allo sgretolamento di tutte le barriere e alla fine delle sue sicurezze.
In tempi recenti si era accorto di una minuscola falla nella gestione ordinata della sua esistenza: ogni sera puntava la sveglia (va da sè: un modello dotato della massima affidabilità e precisione) ad un orario tale che gli permettesse di svegliarsi in tempo per adempiere ai suoi impegni, ma una notte, roso da un qualche tarlo, gli capitò di non addormentarsi affatto e il trillo che doveva svegliarlo lo colse già desto. Ciò non era concepibile. La sveglia doveva svegliarlo, se lui non dormiva la questione assumeva una fastidiosa sfumatura paradossale ed illogica. Naturalmente questo pensiero lo assillò per tutte le notti successive, impedendogli di prendere sonno ed esacerbando ulteriormente la sua irritazione, finche giunse alla conclusione che la situazione non era ulteriormente tollerabile.
Studiò la fisiologia del sonno e il funzionamento del cervello, comparò decine di tracciati elettroencefalografici, verificò la potenza dei sonniferi e indagò l'effetto delle onde elettromagnetiche sul funzionamento dei neuroni, riuscendo infine ad inventare un rivoluzionario apparato: la Dorma.
Esteriormente era un orologio come tanti, anzi, l'igombro dei dispositivi interni necessari al suo funzionamento l'aveva spinto a dargli la forma di quelle antiche sveglie ormai scomparse da tempo: quadrante rotondo, corpo cilindrico, due lucenti campanelle urtate, al bisogno, da un batacchio oscillante nel mezzo; solo che il batacchio era un'elettrocalamita e le campanelle nascondevano strani avvolgimenti, per cui il movimento, invece di produrre un trillo argentino, generava un campo elettrico vibrante, con oscillazioni variabili secondo un andamento precisamente calcolato e calibrato, che avevano l'effetto di indurre un sonno immediato e profondo in chiunque si fosse trovato nel raggio di un paio di metri. Il piccolo uomo, tutte le sere, puntava prima la sveglia e poi la dorma, garantendosi così di arrivare addormentato all'ora prevista.

Fino al giorno in cui, distratto, puntò la dorma prima della sveglia, e la prima entrò in funzione mentre lui non era ancora riuscito a regolare la seconda. Da allora non s'è più svegliato.

(la Dorma è un copyright della Ros :) )

8 commenti:

  1. :)) Da discorsi tra folli, nascono idee folli. E di folli, se ne trova una gran folla!

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    1. se ne trova una folla, ma spesso son troppo folli anche per farci discorsi

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    2. Concordo. Qualità, non quantità! (ormai so' partita de capoccia!!)
      R

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    3. Partita per andare in cucina a farmi un caffè! Yahwn... (sbadiglio colposo plurimo aggravato)
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    4. attenta a non perderti per strada

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  2. Anche io ne avrei bisogno... me ne procuri una di dorma ? Ciao Anna

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    1. ah, non devi chiederla a me, ma al piccolo uomo. quando e se si sveglierà.

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