lunedì 8 febbraio 2010

Winter cup, terzo appuntamento (Regata della Merla)

Che invece non faceva neanche un po' freddo, ecco.



Però, a parte questo, faccio un po' fatica a raccontare cosa è successo. No, non ero in preda ai fumi dell'alcol e non soffro di amnesie selettive, semplicemente il fatto di timonare monopolizza tutta la mia attenzione e i miei sensi, impedendomi di vedere cosa succede al di fuori della nostra barca. E anche dentro, qualche volta.

Lo sguardo è praticamente sempre incollato ai tell tales (piccoli fili di lana che hanno il compito di segnalare l'aria scivola bene su tutte e due le facce della vela, nel qual caso si sta andando "bene", oppure se una delle due è in "ombra" e quindi occorre modificare la rotta), le orecchie ascoltano il vento (quando cadono vuol dire che è veramente freddo) e tutto il resto del corpo sente la barca, quanto è inclinata e come reagosce alle onde.

Quelli bravi forse riescono a fare tutto questo "in automatico", e nel frattempo magari si godono il panorama, chiacchierano con il tailer o salutano quelli delle altre barche, però ho l'impressione che le cose non stiano così: quando si fa qualcosa "immergendosi" in essa è pressochè impossibile riuscire ad osservarla per descriverla.

La vita la vivi o la fotografi, altrimenti ti accontenti di non fare bene nessuna delle due cose.

Ciò detto, due prove molto diverse: nella prima vento scarso e oltremodo variabile, gruppo sgranato e quasi nessuna emozione; nella seconda vento più stabile (ma con i suoi bravi salti, è sempre il golfo di Salò, in fondo), gruppo compatto, incroci ravvicinati, manovre precise e arrivi da fotofinish.

Nota a margine: nonostante la diversità delle condizioni l'ordine d'arrivo è stato praticamente lo stesso nelle due prove. Il che significa che quelli bravi sono anche fortunati. E noi nè l'uno nè l'altro.

7 commenti:

  1. Suvvia, Capita Eric...
    E per Eric e la sua mitica capacità di concentrazione...hip hip hurrà...
    Carpedine

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  2. la passione che ti fa intraprendere queste prove deve essere quella che ne ha soddisfazione!!!!!
    indipendentemente dal risultato

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  3. Una sorta di meditazione, in cui bisogna estraniarsi per concentrarsi davvero. Certo che se tutti cominciano a gridare: "Uomo in mare, uomo in mare!", neanche torni indietro a riprenderlo :)
    Scherzo, deve essere una bella sensazione e deve dare capacità di restare concentrati in generale nella vita; più equilibrati, come devono essere in equilibrio le vele. Non sono troppo d'accordo su vivere e fotografare: credo che se vivi a fondo un'esperienza, ti rimangano comunque belle fotografie da andare a rivedere ogni tanto.

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  4. carpe: grazie
    cob: anche perchè, se gareggiassimo per il risultato, ci converrebbe restare a casa :)
    sogno: beh, quando l'uomo a mare (in realtà lago) mi è caduto davvero, ci ho messo un po' ad accorgermene... sul vivere e fotografare: prova a partecipare ad una cosa per poi doverla trasmettere a qualcuno (a parole, con delle fotografie o in qualsiasi altro modo) e poi dimmi se non è "altro" rispetto al partecipare e basta

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  5. E' altro forse, ma è quello che faccio sempre quando vedo o ascolto qualcosa e penso che sarebbe carino riportarla in un post. Il processo è automatico, quindi non ti saprei dire se sarebbe diverso se la vivessi e basta. Di solito ci metto più attenzione proprio perchè so che intendo raccontarla. Ma io sono una donna, abituata a fare due cose o anche tre insieme...quindi è probabile che, come tu dici, riescano tutte male. (Sogno)

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  6. non sarete stati bravi e fortunati ma concentratissimi pero si ! :-)) (Anna)

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  7. sogno: sì, è probabile (sorrisetto cattivo)
    anna: quasi come la conserva di pomodori :)

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