mercoledì 20 gennaio 2010

Undicesima puntata

A p, in piazza, c'è una vecchia ferramenta. Un locale lievemente interrato rispetto al piano stradale, scuro e ombroso, fresco anche in piena estate, contornato di scaffali di legno traboccanti di ogni cosa immaginabile o inimmaginabile. Bombolette di gas, spruzzini per l'acqua, cavi elettrici, cacciaviti fanno bella mostra di sè, senza alcun ordine apparente, contornati da altri oggetti di classificazione meno immediata.
Dietro al banco, di legno anch'esso, l'intera parete è occupata da una cassettiera per le minuterie. Per facilitare la ricerca della merce su ciascun frontale è fissato un campione del contenuto: chiodi, viti, dadi, bulloni, rondelle, guarnizioni, raccorderie varie, punte per trapano e altro ancora. Il bancone stesso è ingombro di espositori di cartone che magnificano l'utilità, il glamour e la convenienza di una qualche mercanzia: portachiavi multicolori, pietre per affilare, detergenti miracolosi e colle portentose.
In un angolo c'è un piccolo reparto dedicato alla pesca: canne di ogni foggia e misura, mulinelli, galleggianti di tutte le fogge e dimensioni, lenze, ami, pesciolini finti dai riflessi metallici e così via.
Nonostante questo ben di dio, la caratteristica principale di questo negozio è quella di non avere mai la particolare mercanzia richiesta dal cliente. Qualsiasi cosa si chieda al gentile e anziano proprietario è esaurita e non arriverà prima di un paio di giorni, oppure si tratta di un articolo poco richiesto e quindi disponibile solo su ordinazione ("glie lo posso procurare per settimana prossima"). Se si vuole aquistare, poniamo, una corda di cinque millimetri di diametro, se ne troveranno da tre o da sei; se si sta cercando una vite per legno lunga quaranta millimetri saranno disponibili solo quelle da venticinque; se si ha bisogno di quattro tasselli ad espansione ce ne saranno solo due; e via di questo passo.
A memoria d'uomo è successo solo una volta che l'oggetto richiesto fosse disponibile, ma l'ineffabile vecchietto ha risposto: "Ce l'ho, ma è l'ultimo, se glie lo vendo poi resto senza"

6 commenti:

  1. fiction è fiction, ma la frase finale è un fatto storico (anche se è stata pronunciata in una lingua leggermente diversa)

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  2. Hahahahaha mitico! Secondo me è un negozio magico, tipo la bottega di Mr Magorium...

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  3. effettivamente, ricorda un po' la bottega di Olivander, il venditore di bacchette magiche della saga di harry potter :)

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  4. Tu dici che è fiction?
    Qui a T., ridente ed "autentico" paesino costiero, la caratteristica è che, sia il panettiere, che il pollivendolo, che il barista nel venderti la merce sembra che ti facciano un favore personale.
    Vuoi un cornetto al cioccolato dopo le 9,30 del mattino? Esaurito!
    Vuoi un pollo arrosto appena oltre le 13,00 ? Finiti!
    Vuoi una pizzetta è sono le 10 e 10? Bè se non l'hai prenotata non ce nè traccia alcuna...
    Carpe che invece lei sì, avrebbe l'anima del commercio...azz...

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  5. ...è il sapore del tempo andato, quando andavo nella drogheria delle due sorelle zitelle a comprare le caramelle che come quelle non le trovi più!!!!! e c'erano scaffali altissimi che per prendere quello che serviva si andava con la scaletta e con il bastone con il gancio in fondo......che bei momenti

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  6. carpe: non dubito che tu abbia l'anima del commercio (che a mè invece manca completamente), ma anche rendere una merce "esclusiva", perchè difficilmente raggiungibile, può essere un'efficace strategia di marketing :)
    cob: e con cinquanta lire te ne andavi via con il sacchettino di carta pieno... siamo proprio vecchi, eh? :)

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